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romanziere, diarista, pittore, fotografo, dilettante di composizione musicale e di scienza, samuel butler era soprattutto un "bastian contrario". perche` questo gentiluomo vittoriano, rispettabile, abbastanza benestante, che si divideva equamente tra un`amante fissa di sesso femminile e giovani amici di sesso maschile, trovava la sua verita` interiore nell`opposizione. a tutto e a tutti. il piu` importante "tutto" a cui era contrario era il cristianesimo, dal cui giogo riusci` presto a liberarsi nonostante l`opposizione famigliare. i "tutti" erano soprattutto i genitori e i parenti. la sua famiglia era un baluardo dell`anglicanesimo, e butler le si oppose, pur mantenendo rapporti di convenienza per ragioni di eredita`. ma butler nella sua cocciutaggine era pure contrario a tutti quegli altri che sarebbero dovuti essere compagni di strada nelle sue battaglie; per esempio agli scienziati, ai pittori piu` ammirati, ai musicisti...

introdotta da saggi di giuseppe appella, di marco vallora, di paolo longanesi, l`opera raccoglie la cronologia della vita, delle opere e della fortuna critica dello stesso longanesi e un`ampia bibliografia. l`apparato iconografico comprende tavole a colori, riproduzioni in bianco e nero e fotografie documentarie. il volume e` il catalogo dell`esposizione svoltasi a milano, presso il palazzo reale, nel 1996.

nei tre libri del "de bello civili", cesare racconta la guerra che devasto` lo stato romano tra il 49 e il 48 a.c., dal passaggio del rubicone fino alla tragica morte di pompeo. gia` cicerone pensava che nessuno meglio di cesare potesse scrivere la storia delle sue guerre. in effetti la sua prosa tersa, concisa ed efficace, priva di retorica e pregna di chiarezza di giudizio, ha contribuito non poco alla costruzione del mito di giulio cesare. suo intento principale era quello di dimostrare come fosse stato forzato a ricorrere alle armi dagli avversari che, privandolo del potere nel 49, lo avevano di fatto esposto alle vendette dei nemici.

l`harry`s bar di venezia e` uno dei ristoranti piu` noti nel mondo. da circa cinquant`anni michele emmer lo frequenta per motivi molto personali. lo zio claudio emmer, fotografo, ha avuto per diversi anni il suo "ufficio" a un tavolo del locale, tutti i giorni. venezia e` la patria adottiva degli emmer: il regista luciano vi ha vissuto a lungo, quando il padre era ingegnere capo del comune di venezia; michele, figlio di luciano, ha insegnato per molti anni all`universita` ca` foscari. in questo piccolo volume, impreziosito dagli acquerelli di romola bellandi, sono raccolti alcuni ricordi legati alla citta` e a quel luogo unico che e` l`harry`s bar, il cui libro degli ospiti contiene tra le altre le firme di guglielmo marconi, arturo toscanini, georges braque, truman capote, charlie chaplin, peggy guggenheim, barbara hutton, somerset maugham, orson welles. durante l`inverno tra il 1949 e il 1950 lo scrittore americano ernest hemingway divenne un cliente fisso, stringendo anche un rapporto di amicizia col proprietario cipriani. all`epoca stava ultimando la stesura del suo romanzo "di la` dal fiume e tra gli alberi", in cui l`harry`s bar e` citato numerose volte. prefazione di arrigo cipriani.

vent`anni fa, un`estate in riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel ponente ligure. figlio di un professore universitario, musicista sensibile, decisamente colto per la sua eta`, il ragazzo aspetta come ogni anno "l`ospite dell`estate, l`ennesima scocciatura": uno studente in arrivo da new york per lavorare alla sua tesi di post dottorato. ma oliver, il giovane americano, conquista tutti con la sua bellezza e i modi disinvolti. anche elio ne e` irretito. i due condividono, oltre alle origini ebraiche, molte passioni: discutono di film, libri, fanno passeggiate e corse in bici. e tra loro nasce un desiderio inesorabile quanto inatteso, vissuto fino in fondo, dalla sofferenza all`estasi. "chiamami col tuo nome" e` la storia di un paradiso scoperto e gia` perduto, una meditazione proustiana sul tempo e sul desiderio, una domanda che resta aperta finche` elio e oliver si ritroveranno un giorno a confessare a se stessi che "questa cosa che quasi non fu mai ancora ci tenta".

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