
nell`estate del 1851, rimasto solo con il figlio di cinque anni, hawthorne si ritrova di fronte a un infaticabile produttore di parole e di domande. schivo, introverso, non e` abituato alle piccole incombenze che accompagnano la vita di un bambino: vestirlo, nutrirlo, distrarlo sempre rispondendo alle sue incessanti domande. il risultato e` un modello, ironico e autoironico, del modo di intendersi di un padre e un figlio, un resoconto di un rapporto dove l`unico adulto che appare e` herman melville che fa visita all`amico per parlare del possibile e dell`impossibile. come osserva paul auster nel suo saggio introduttivo, hawthorne e` riuscito a compiere quel che ogni genitore sogna: far vivere il proprio figlio per sempre.

nella prima parte vengono illustrate alcune delle posizioni che animarono il dibattito su questo tema. da luciano cafagna a giorgio mori, a luigi de rosa, le piu` autorevoli voci che si schierarono sulle due opposte posizioni rappresentate da romeo e da gerschenkron, rispettivamente assertore e oppositore della tesi secondo cui vi e` stretta complementarieta` fra agricoltura e industria. nella seconda parte si cerca di portare un contributo alla migliore conoscenza dell`agricoltura italiana nei due-tre decenni precedenti la crisi agraria, con particolare riferimento agli studi sulle campagne toscane compiuti nei primi anni ottanta.


i preti omosessuali raccontano in questo libro la loro esperienza e il dramma di una condizione esistenziale al limite del sopportabile.


"dopo sei anni dalla prima pubblicazione, questo libro ritorna, il dolore che si e` caricato su questi anni lo ha reso meno strano, lo pone davanti agli occhi come qualcosa di utile per capire eventi che ci sono apparsi assurdi, demoniaci e hanno persino attivato teorie del maligno che appartenevano a secoli ormai lontani. c`e` bisogno di capire che cosa sia questa pulsione nell`uomo, considerare la sua pericolosita`, il bisogno del suo controllo, riaprire la necessita` di un`educazione sui principi che riguardano il rispetto dell`altro, l`accettazione di quel "non uccidere" che si propone come imperativo e` segno evidente che rappresenta un rischio alto e puo` portare a fare di ciascuno di noi un assassino." (vittorino andreoli)

a guidare la costruzione dell`opera e` stata l`idea di approfondire le relazioni del caso lombardo con il contesto nazionale e con quello europeo. questa linea interpretativa emerge in particolar modo nei saggi storico-economici e in quelli dedicati alle modalita` di insediamento. la regione lombardia viene individuata come crocevia di un flusso di esperienze e comunicazioni culturali e politiche che si irradiano dall`italia verso il mondo al di la` delle alpi. infine si sottolineano i problemi e le sfide aperte nello scenario attuale, molto distante da quello che ha contraddistinto per oltre un secolo la storia di questa importante regione italiana.





