



quarta raccolta della sua prodigiosa giovinezza, e` anche il primo libro che palazzeschi riusci` a pubblicare - grazie all`interessamento di un personaggio d`eccezione come filippo tommaso marinetti - al di fuori del ristretto ambito della natia firenze. in particolare, il componimento che da` il titolo al volume e` ben presto entrato a far parte dei testi canonici della poesia del novecento, siglando una componente essenziale della poetica palazzeschiana, giocosa e anarchica, spesso confusa meccanicamente con il futurismo. snodo fondamentale per tutte le avanguardie del xx secolo, ha avuto una bizzarra sorte editoriale, non essendo mai piu` stato ristampato come raccolta a se` dopo la prima edizione del 1910. introvabile da gran tempo nelle nostre librerie, quest`opera si riaffaccia ora finalmente alle stampe, riproponendosi intatta nella sua forza alle nuove generazioni di lettori che vedono ancora nella poesia una fonte inesauribile e bruciante di verita`.





storie di cacciatori, di animali selvatici, di cani, di montagne in cui si respira l`anima degli spazi aperti e di paesaggi impervi solo sfiorati dalla presenza umana. rigoni sa rendere la limpida immediatezza di cio` che ci circonda e insieme un accento di fiducia nella vita, sprigionando un sentimento altamente poetico e un genuino amore per il suo mondo alpino. "il bosco degli urogalli" narra di villaggi chiusi nell`inverno con il grato fuoco delle cucine, della solitudine delle albe per i sentieri delle montagne, dei silenzi che riempiono i boschi, attraverso un linguaggio lirico e allo stesso tempo semplice che restituisce al lettore i paesaggi fraterni e familiari del . introduzione di paolo cognetti.