

chi era veramente ferdinando tartaglia, protagonista dell`esperienza religiosa forse piu` radicale ed estrema del novecento? che cosa ha scritto? una risposta ci e` offerta dal ritratto che a tartaglia ha dedicato giulio cattaneo. scorrono davanti ai nostri occhi le frequentazioni di tartaglia; il ventaglio delle sue letture; il contesto socio-politico. emergono cosi` i nessi tra la vita di tartaglia e la sua opera, dove si stagliano scritti provocatori come la "tesi per la fine del problema di dio" o il "manifesto" per il movimento di religione; o tra quei crepuscoli collinari e una filosofia notturna e cameristica come la sua prosa, rischiarata solo dalle irruzioni di un "azzurro subacqueo".

vengono qui ricostruiti e analizzati i vari aspetti di giustizia e liberta` negli anni della cospirazione antifascista: linea politica, approccio culturale, metodi cospirativi, discussioni e lacerazioni interne, arresti e processi, personalita` e ruolo dei principali esponenti, controllo poliziesco tramite spie, rapporti con il centro estero di carlo rosselli. l`autore, dal 1945 amico e collaboratore di alcuni esponenti del movimento, integra con elementi ricavati dalla conoscenza personale la documentazione tratta da archivi pubblici e privati, opuscoli e giornali di gl, memorialistica e storiografia dell`antifascismo. ne risulta un testo denso e scorrevole, un lavoro di riferimento su gl e sull`antifascismo non comunista.



sono qui raccolti interventi di andrea zanzotto in parte inediti, in parte dispersi e difficilmente reperibili, ricavati da registrazioni audio e video realizzate negli ultimi trent`anni (1983-2009), unitamente agli atti del primo convegno di studi dirti "zanzotto" dedicato al poeta a un mese dalla scomparsa. una prima sezione comprende tre lunghi interventi pronunciati da andrea zanzotto in occasione di eventi organizzati dall`universita` di bologna tra il 1983 e il 2004: il lungo discorso tenuto in occasione della presentazione di fosfeni (1983) circa le ragioni sottese alla composizione della "trilogia" inaugurata da il galateo in bosco, un intervento sul tema dei rapporti tra poesia e percezione (1989), e la lezione dottorale tenuta in occasione del conferimento della laurea honoris causa da parte dell.ateneo bolognese (8 marzo 2004). nel corso della prima sezione va dunque configurandosi il senso complessivo di un`"esperienza poetica" ostinatamente radicata in quella esistenziale: un`esperienza che la parola dell`autore ripercorre lucidamente, articolandola nelle circostanze storico-letterarie, filosofiche, scientifiche e stilistiche che ne hanno caratterizzato lo sviluppo. illuminanti, a questo proposito, appaiono i ripetuti affondi autoesegetici rivolti specialmente a dietro il paesaggio (1951) e a vocativo (1957), a la belta` (1968) e a pasque (1974): ai momenti, cioe`, di massima incandescenza del primo tempo dell`"esperienza poetica" zanzottiana.

"la porta stretta". di li` dovra` passare, secondo il vangelo di luca, chi voglia accedere al regno dei cieli. un varco intransitabile, se non si e` disposti a impegnare ogni forza in una lotta pericolosa e dall`esito mai scontato: "molti cercheranno di entrare, ma non vi riusciranno". l`immagine evangelica e` perfetta anche per raffigurare un passaggio universale della condizione umana, la fuoriuscita dalla minorita`. dolore, coraggio, decisione, necessita` e conflitto contrassegnano nel pensiero occidentale l`impresa di diventare maggiorenni. tuttavia, una volta intrapreso, il processo di emancipazione non si esaurira` nella compiutezza di uno stato finalmente raggiunto. adulti si ridiventa sempre di nuovo. di questo carattere processuale, agonistico e decisorio umberto curi rintraccia le massime espressioni filosofiche, religiose e letterarie - da platone a dostoevskij, dalla bibbia a shakespeare - e le lascia libere di testimoniare cio` che rimaneva inascoltato nelle loro esegesi abituali. cosi` il congedo dalla sudditanza, oltre che nell`appello di kant all`indocilita` ragionata poi irrisa da hegel, si vedra` declinato in posture "filiali" antitetiche, combattenti o inermi: nel parricidio consumato dell`edipo re sofocleo, in quello metaforico del sofista platonico o in quello depotenziato di amleto, ma anche, sorprendentemente, nell`obbedienza di abramo, che sta eretto di fronte al signore, o del cristo, che si lascia abitare dalla volonta` del padre...


