
la francia e`, al massimo grado, una nazione letteraria; anzi e`, fra tutte, la nazione che con maggior continuita` ha innalzato la letteratura al rango di simbolo della nazione stessa. ma c`e` di piu`: la letteratura ha contribuito a plasmare i costumi, assumendo un ruolo di primo piano nella sua storia politica e diventando un potere spirituale parallelo o rivale a quello della chiesa.

questo testo raccoglie la lunga attivita` di ricerca nel campo della psicanalisi infantile di francoise dolto, una figura importante della teoria psicanalitica internazionale. argomento dell`opera e` la formazione dell`immagine del proprio corpo nella mente del bambino. un`immagine inconscia, legata al suo vissuto, alle sue figure di riferimento, alle fasi della crescita. da non confondere con lo schema corporeo, che e` invece impersonale e conscio, l`immagine del corpo e` determinante per la formazione della personalita` autonoma del bambino prima, e dell`adulto poi, e di conseguenza per il rapporto che si stabilisce con l`altro.

il novecento ha permesso di superare una visione rigida e ristretta dei rapporti fra teatro e letteratura, riassumibile in buona sostanza nella formula: il teatro consiste (esclusivamente) nella rappresentazione di testi drammatici. la vera e propria "esplosione" a cui la contemporaneita` ha sottoposto questi rapporti ha permesso di svelare la ricchezza delle relazioni esistenti fra questi due campi dell`arte e dell`immaginario, agendo retroattivamente anche sulla loro comprensione storica. il presente volume si situa nello spazio letterario del teatro, o meglio, e` dentro quello spazio che abitano gli "oggetti" di cui parla: testi drammatici ma anche, e soprattutto, trattati, saggi critici, teorie, racconti e romanzi, memorie e autobiografie.

questo libro e` una lettura del muro impermeabile che l`anoressica, immersa in un godimento pieno e irrelato, e nel rifiuto del legame sociale e della cura, pone tra se` e l`altro. alla base dell`anoressia, intesa qui come sintomo e non come disturbo, non c`e` infatti soltanto un rifiuto del cibo, del proprio corpo come sessuato, della propria immagine allo specchio, ma un fondamentale rifiuto dell`altro che si esplica nell`azzeramento della portata evocativa della parola e nell`assenza di domanda e di transfert. l`anoressia sfida quindi radicalmente proprio le pratiche di cura sorte dal ceppo freudiano, le cure di parola, e innanzi tutto la psicoanalisi, che secondo l`autore puo` operare sul godimento reale alla base del sintomo solo a partire da un uso della parola non semantico, ma piuttosto legato alla sua dimensione di atto. il clinico non ha il compito di normalizzare il negativismo anoressico, perche` questa direzione spesso collude con l`altro versante del sintomo, in cui il soggetto risponde con adesivita` compiacente alla domanda dell`altro, sia esso il genitore o il curante. cerchera` piuttosto di illuminare l`enigma del rifiuto anoressico a partire dalle quattro funzioni fondamentali che, a seconda della particolare posizione assunta dalla paziente, esso riveste: domanda inconscia d`amore, difesa dalla pulsione, tentativo di separazione e modalita` di godimento.

protagonista del romanzo e` ancora una volta roberto, che era stato al centro anche del "mago dei numeri" e ora ha quindici anni. la sua nuova avventura e` un viaggio nello spazio e nel tempo: mentre una sera e` a casa davanti alla televisione, si frega gli occhi e questo gesto e` sufficiente per trasportarlo nella realta` che si trova a osservare in quel momento. il primo viaggio lo condurra` in russia, nel dopoguerra, il secondo negli stati uniti, il terzo in germania anni venti, e cosi` via, sempre piu` indietro nel tempo e a zig-zag sulla terra. l`ultima tappa e` amsterdam, nel 1621, dove roberto, che rimane sempre consapevole di non essere nel tempo e nel luogo giusto e che continua a indossare i suoi vestiti moderni, lavora nella bottega di un pittore.

"la solitudine genera insicurezza, ma altrettanto fa la relazione sentimentale. in una relazione, puoi sentirti insicuro quanto saresti senza di essa, o anche peggio. cambiano solo i nomi che dai alla tua ansia". i protagonisti di questo libro sono gli uomini e le donne nostri contemporanei, che anelano la sicurezza dell`aggregazione e una mano su cui poter contare nel momento del bisogno. eppure sono gli stessi che hanno paura di restare impigliati in relazioni stabili e temono che un legame stretto comporti oneri che non vogliono ne` pensano di poter sopportare.

il volume, che si giova dei contributi di svariati studiosi, e` diviso in tre parti. nella prima (teoria) si analizza la relazione tra esperienze traumatiche e sviluppo dei sistemi cognitivi, affettivi, rappresentazionali e relazionali del se`, e vengono sottolineati gli effetti negativi del trauma sui principali parametri della salute psichica, nonche` sullo sviluppo dei centri neuronali implicati nella regolazione affettiva. nella seconda parte (ricerca) vengono presentati studi originali, di natura teorica ed empirica, sulla complessa relazione che intercorre tra qualita` delle esperienze di attaccamento e sviluppi traumatici. nella terza parte, infine (clinica), emerge la linea portante del volume: la rottura, nell`individuo, della rappresentazione di se` e del proprio rapporto col mondo, tipica del trauma, viene messa in rapporto con un deficit nelle capacita` di mentalizzare i vissuti emotivi. in ragione di tale deficit, gli autori sostengono la necessita` che il trattamento delle sindromi post-traumatiche sia orientato a incrementare la mentalizzazione, sviluppare le capacita` di identificazione ed esplorazione delle emozioni, lavorare sugli stati mentali attuali e sviluppare la capacita` di abitare il proprio corpo. prefazione di philip m. bromberg.







brossura molto segtnata dal tempo con tracce di umidita sia in copertina che all`interno del volume.
stampato intorno agli anni `50
