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questo libro vuole dimostrare che la filosofia non e` una disciplina astratta, lontana dalla vita, incomprensibile, soprattutto inutile. si tratta solo di presentare i problemi nel modo giusto, partendo dalle esperienze quotidiane e dalle domande che tutti ci poniamo. l`autore cerca di farci capire che cos`e` la filosofia, partendo da esempi pratici, invitando a interrogarci, a esprimere le nostre concezioni spontanee su un determinato problema e mostrandoci come lo stesso problema possa essere affrontato con procedure diverse e secondo differenti punti di vista.

questa storia della famiglia mann non mette al centro la figura di thomas, benche` molte delle vicende raccontate si rapportino anche a lui, ma offre un quadro d`un secolo di storia di questa importante famiglia. ci viene cosi` svelato il volto tragico d`un destino che per coincidenze non casuali sembra accomunare in una unica saga i membri della grande famiglia.

bertolt brecht non e` stato solo uno dei piu` importanti uomini di teatro del novecento, ma anche uno dei massimi lirici di lingua tedesca: lo dimostrano sia le poesie politiche sia - su un versante piu` personale e privato - i versi d`amore o esplicitamente erotici. questa antologia e` opera di un traduttore non occasionale, gabriele mucchi, pittore, architetto e designer che di brecht fu amico personale. si tratta di una scelta "guidata dagli interessi e dalle emozioni del traduttore", come ha scritto cesare cases nella prefazione alla prima edizione italiana di questo volume (nel 1986). "ci sono poesie famose ma ne mancano di altrettanto famose e ce ne di meno famose e di ignote, spesso per causa di forza maggiore... ci sono quelle erotiche, che la pruderie dei curatori aveva aspettato quasi trent`anni prima di rendere pubbliche, ma c`e` anche la splendida a. m., da mettere accanto ai classici della delusione e della nostalgia amorosa". oggi, ormai archiviati i furori ideologici del secolo breve, possiamo ammirare la limpidissima vena lirica di uno scrittore universalmente piu` noto per il suo acceso impegno politico.

quarantatre` e` un romanzo articolato in sette capitoli, che prendono ciascuno il titolo da una ricetta di cucina. la protagonista si rivolge alla madre, morta piu` di trent`anni prima, quando lei era ancora bambina, e le racconta la propria vita, secondo una scansione cronologica che diventa pero` anche scansione tematica, segnata appunto dalle ricette che rappresentano gli snodi cruciali di un`esistenza. il colloquio con la madre diventa un percorso alla ricerca di se` in un dialogo continuo tra identificazione e affrancamento dalla figura materna. ma e` anche una sorprendente analisi di come i ricordi si modifichino nel tempo adeguandosi ai nostri bisogni. solo dopo aver raggiunto e superato l`eta` che aveva la madre al momento della morte, quarantatre` anni, la protagonista riesce a sentirsi davvero autonoma e capisce che il modo piu` giusto e piu` bello per ricordarla consiste nel considerare la madre sua pari, una donna adulta come lei, una figura forte, impossibile da dimenticare, il cuore della famiglia, il nucleo da cui prende vita il senso delle cose.

nel 1975 bob dylan, nel pieno del fermento creativo di "blood on the tracks" e "desire", torno` a calcare le scene allestendo una spettacolare tourne`e che coinvolse artisti come joan baez, joni mitchell, arlo guthrie, allen ginsberg, ramblin` jack elliott, e che tocco` ogni angolo del nordest americano. larry "ratso" sloman, allora giovane inviato di "rolling stone", segui` e documento` ogni tappa di quello che si chiamo` "rolling thunder revue" e che sarebbe diventato il piu` celebre tour di tutta la storia del rock. tra descrizioni dei concerti e interviste ai musicisti, chiacchierate con i fan e litigi con il management iperprotettivo e paranoico di dylan, scene commoventi come una visita alla tomba di kerouac o bizzarre come un saluto al sole in compagnia di un sedicente capo indiano, sloman racconta da testimone e protagonista un momento epocale dell`autunno del rock, in cui per un attimo sembro` che intorno a dylan potesse rinascere il sogno psichedelico e collettivo degli anni sessanta.

fra le leggende del cinema spicca quella del "tocco di lubitsch": l`impronta, il sigillo che faceva si` che qualsiasi storia, toccata dalla mano di lubitsch diventasse qualcosa di unico. ma chi era lubitsch? questa testimonianza su di lui, pubblicata nel 1981 sul new yorker, mai raccolta in un volume fino ad ora, appare pertanto preziosa e si potra` notare che "il tocco di lubitsch" si e` trasmesso, per uno strano processo di osmosi, anche all`amico e collaboratore samson raphaelson. con una nota di enrico ghezzi.

durante la guerra dei balcani molti iugoslavi in fuga dalle violenze e dai nazionalismi raggiunsero, esuli, berlino. queste donne e questi uomini cercarono di preservare quello che restava della loro cultura e della loro identita`, entrambe messe a repentaglio dalla dissoluzione della iugoslavia e, al contempo, si trovarono a dubitare delle certezze con cui erano cresciuti dovendo fronteggiare un futuro nuovo e imprevisto. per chi, come l`autrice, era stato costretto alla fuga e alla precarieta` dell`esilio il bene piu` importante divennero i ricordi. ed e` per questo che, partendo da una serie di fotografie tenute in una borsa di pelle in fondo a un armadio, dubravka ugres?ic ricostruisce la vita della madre. mentre, parallelamente, racconta anche la sua storia, il suo presente e il suo passato, intrecciandola ad aneddoti di vita quotidiana, a suggestioni letterarie e a riflessioni sulla vita e la scrittura creando cosi` un collage fatto di frammenti nitidi come fotografie che, insieme, danno vita a un quadro piu` grande. un affresco storico del nostro continente tra gli orrori e le speranze del secolo passato e, al contempo, una riflessione sull`esilio e sulla scrittura come unica patria possibile. "attraversando i nazionalismi che portarono alla guerra e attuarono la `pulizia etnica`, alcuni scrittori dell`ex iugoslavia abbandonarono il loro paese. tra questi venne a trovarsi - `tra asilo ed esilio` - dubravka ugres?ic. non ha chiesto asilo politico a nessuno e considera da sempre l`esilio come una condizione naturale per chi scrive... dopo il crollo del muro di berlino, l`europa orientale ha visto poche opere letterarie come quelle di dubravka ugres?ic. pochi hanno avuto il coraggio di porre lo specchio davanti agli occhi della propria comunita` o nazione." (dalla prefazione di pedrag matvejevic)

USA 1954. 109 minuti. Con Humphrey Bogart, Audrey Hepburn, William Holden.

asle e` un pittore anziano e vedovo che vive da solo sulla costa sudoccidentale della norvegia. nella vicina bj rgvin un altro asle, anche lui pittore, giace in ospedale, consumato dall`alcolismo. ma i due asle non sono altro che due facce della stessa medaglia, versioni distanti ma simili della stessa persona, della stessa vita, dello stesso essere alle prese con domande esistenziali insistenti e tormentate. nel romanzo che chiude il ciclo della settologia di jon fosse seguiamo, in un viaggio a ritroso nel tempo, le vite dei due asle: il narratore incontra il suo amore di una vita, ales, si unisce alla chiesa cattolica e inizia a guadagnarsi da vivere cercando di dipingere le immagini dalle tinte fosche che si imprimono nella sua mente. un nuovo nome e` un`esplorazione trascendente della condizione umana e un`esperienza di lettura ammaliante, ipnotica e trascinante, una riflessione a tutto tondo sull`essere umano e su quello che e` capace di provare dentro di se`.

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