

james weidenheim, nato nel 1918 a backa topola, in una regione del danubio tra l`ungheria e la serbia popolata da coloni tedeschi ai tempi dell`impero asburgico, e poi sconvolta dalle vicende successive della prima guerra mondiale, esule quando alla fine della seconda guerra mondiale quelle terre, prima ungheresi furono attribuite alla jugoslavia, ha scritto la serie dei "racconti danubiani", in cui quell`epopea tragica scorre, come in questa "una festa d`estate a maresi".




a tredici anni un amore che sboccia puo` sembrare un plagio. una ragazzina che assiste a una violenza puo` convincersi di aver riconosciuto il responsabile e far condannare un innocente, rovinandolo e rovinandosi. perche` tutta la vita sara` segnata dalle conseguenze. la ragazzina crescera`, diventera` una scrittrice, ma non si liberera` del peso dell`ingiustizia inferta a un innocente, alla propria sorella innamorata e in fin dei conti anche a se stessa.





davanti alla fine, siamo tutti principianti: e siccome l`arte del distacco non la possiamo imparare, tanto vale affezionarsi a questa signora acquattata nell`armadio, cercando le parole per farcela un po` amica. ognuno procede a modo suo, ci mancherebbe, ma qui c`e` un piccolo prontuario portatile: una cassetta degli attrezzi fatta di poesia, paura, favole, silenzio, coraggio, lacrime, sorrisi: . paolo milone accende il buio con le sue folgorazioni, e ha l`avventatezza di farlo persino con leggerezza. perche` non possiamo sapere quale, ma di queste strade, una sara` la nostra. . la morte e` l`unica certezza che abbiamo nella vita, ma noi allontaniamo il pensiero ogni giorno, con pervicace distrazione. eppure basterebbe fermarsi un istante... ecco perche` e` fatto di istanti, questo libro inaspettato. di quegli attimi preziosi in cui esitiamo in cerca di una strada, e all`improvviso ci accorgiamo che la vita e la morte fanno gli stessi scherzi, perche` semplicemente sono un`unica cosa. in fondo cosa c`e`, dopo la morte? c`e` un paese dove non siamo mai andati: . di cio` di cui non si puo` parlare, non bisogna tacere. e stato paolo milone a dimostrarcelo, conquistando il cuore di tanti lettori con "l`arte di legare le persone". e ora, con la stessa sensibilita` e col medesimo ardire, affronta un`arte persino piu` difficile. incredibilmente finisce per confortarci anche questa volta, rendendo vivo e vicino cio` che tanto ci affanniamo a tenere lontano. il distacco in fondo e` una mano tesa, un gioco che non conosciamo ancora, uno spasimante per cui ci facciamo belli tutta la vita.