Wishlist

i prodotti che vorresti acquistare

opera complessa, insieme racconto di viaggio, allegoria storico-culturale sul rapporto uomo/natura, riflessione sui saperi contemporanei. "la montagna" puo` essere letta come il coronamento di un programma tenacemente perseguito, quello della `bella citta` universale`, in cui tutti gli esclusi trovano il loro diritto, anche gli animali, i semplici per eccellenza, i piu` innocenti, i piu` sventurati.

halid ha molti conti in sospeso. dalle trincee di sarajevo e` tornato con una reputazione da eroe, un incubo ricorrente e parecchio denaro di origini poco chiare. per sbarazzarsi della prima gli bastera` una partita di caccia con due amici d`infanzia, finita sparando con armi da guerra agli unici animali sopravvissuti nei boschi intorno al villaggio, i ratti. per non vedere piu` quella bambina cadere sotto il fuoco incrociato dei cecchini sara` forse sufficiente smettere di dormire. ma liberarsi del denaro, o moltiplicarlo, ed e` il denaro con cui halid vorrebbe riscattare il suo amore di un tempo, ora ostaggio di una donna e di una storia crudele, risulta piu` difficile.

"tululu`", ossia sciocchina: cosi` viene chiamata matilde dalla piccola assunta, nata dalla sua breve unione con bruno, un manovratore di treni arido e sbrigativo che l`ha abbandonata per fuggire con un`altra. siamo alla periferia di trieste, in un pertugio di novecento grigio e imprecisato, dove tutti i personaggi sono destinati a una differente solitudine: bruno che, scaricato dall`amante, vorrebbe rientrare nel nucleo familiare ma viene respinto dalla figlia; assunta stessa la quale, legatasi a un antiquario anch`egli ambizioso e anaffettivo, scivola in un opaco me`nage borghese; e matilde, il cui destino e` concentrato nell`ultima disperata discesa in citta`, quando indossa i "vestiti buoni" di vent`anni prima per andare dalla figlia.

szczypiorski e` un maestro della narrazione polifonica. qui sembra che la sua arte abbia raggiunto il culmine. parlano molte voci: un ebreo addetto ai crematori di auschwitz, un agente della gpu, un ufficiale nazista, un perseguitato del regime comunista, una donna "bella come la polonia", oltre a una folla quasi anonima di "figli delle tenebre". voci che rievocano quello che hanno visto, compiuto e subi`to nei decenni cruciali fra l`insorgere della pestilenza nazista e il crollo dei regimi staliniani. dall`intreccio delle loro deposizioni, che si smentiscono e si confermano a vicenda, pare di scorgere un paesaggio di macerie, e insieme il profilo del tempo, non ancora concluso, in cui vi era solo la "storia insaziabile e sinistra".

e` la storia dell`impossibile desiderio di felicita` amorosa di un agricoltore delle foreste del massachusetts che, nel gelo di un insolito inverno, si innamora perdutamente di una giovane donna venuta per curare la moglie, una inacidita malata immaginaria. il confronto tra i tre personaggi si compie con un`analisi del vivere comune: il triangolo, la quotidiana miseranda fatica del "sopportarsi", l`inattesa pulsione amorosa. onnipresente e` la sensazione di imprigionamento, di infelicita` e, infine, di assoluta autodistruttivita`.

L'anima buona di Sezuan, è un'opera teatrale del drammaturgo tedesco Bertolt Brecht.
Scritta a cavallo tra il 1938 ed il 1940, venne inscenata per la prima volta nel 1943 a Zurigo per la regia di Leonard Steckel. L'opera contiene, oltre a numerosi intermezzi, anche delle canzoni la cui musica è stata originariamente composta da Paul Dessau. È considerata una dei capolavori del teatro epico.

la dolce adeline hulot e` moglie del barone hector hulot, un incorreggibile libertino. adeline aveva fatto venire in gioventu` a parigi la cugina lisbeth, una donna che negli anni aveva accumulato rancore nei confronti della piu` agiata cugina. bette da tempo nutriva per il conte steinbock un cupo affetto e quando questo sposa la figlia di adeline, riesce a gettare sia lui che il conte hulot tra le braccia della signora marneffe, donna avida e senza scrupoli, che distrugge pace e patrimonio delle due famiglie. uscita di scena la signore marneffe con una morte infamante, la stessa bette soccombera` alla tisi, mentre la famiglia hulot riuscira` a superare la crisi finanziaria. adeline, vera martire, morira` e il marito sposera` la volgare e rozza cuoca agathe.

vigorosa espressione della poetica balzachiana, "splendori e miserie delle cortigiane" e` un`opera in divenire, modellata nel corso di tredici anni (1835-47). i quattro romanzi che la compongono sono dominati dalle figure di esther, giovane e affascinante prostituta parigina, lucien, di lei romanticamente innamorato, e vautrin, il genio dell`energia al servizio del male. intorno a queste figure forti dell`intreccio - spiega lanfranco binni nella sua introduzione - "l`immaginazione di balzac costruisce potenti scenari psicologici e filosofici, ricchi di variazioni di sfumature. ogni personaggio e` la parte emergente e visibile di mondi sommersi, misteriosi, inquietanti. i destini e i comportamenti individuali rispondono a leggi che li determinano crudamente; legge delle leggi, il denaro".

nella londra del primo novecento, in un universo brulicante di miserabili, furfanti e prostitute, lo strozzino gionata geremia peachum cerca di consegnare al boia lo sgradito genero mackie messer. vano tentativo, pero`: imprigionato dopo colpi di scena, tradimenti e fughe, mackie gia` sulla forca e con il cappio al collo, vedra` ribaltarsi provvidamente il suo destino.

prima che il ragazzone in copertina, jack kramer, lo chiudesse per sempre nella confortevole camicia di forza del professionismo, il tennis era un mondo libero e per molti versi alieno, dove ognuno sembrava dare, del gioco, un`interpretazione quantomeno personale: torben ulrich tentava di cogliere, in stadi e palazzetti, il suono perfetto della palla sulle corde; < teach > tennant, che aveva insegnato a carole lombard e joan crawford, cercava di trasformare le sue giocatrici in < statue di tennis >; e art larsen - oh, art seguiva sempre e solo i consigli del suo coach immaginario, l`aquila reale appollaiata, durante i match, sulla sua spalla. quel mondo rivive in questi racconti, che sono lunghe didascalie di altrettante foto d`agenzia degli anni cinquanta, trovate per caso nella valigia di un collezionista. con varie sorprese, e almeno una scoperta: dietro a volti e nomi ormai esotici - gottfried von cramm, beppe merlo, pancho gonzales - si nasconde infatti qualcosa di cui il tennis arcaico era intessuto, mentre quello survoltato di oggi sembra averne smarrito anche solo il profumo: un meraviglioso intrico di storie.

e sempre l`ultimo incarico, per philip marlowe. ma quello che gli abbiamo affidato stavolta, forse, e` il piu` delicato. si`, perche` deve prendere tutto il de`cor e tutti i ferri del suo mestiere - le palme e il vento caldo di los angeles, la penombra minacciosa di interni sfarzosi e lo sfarfallio dell`acqua nelle piscine, il crepitio delle pistole e quello ancora piu` letale dei lame` -, aggiungerci il suo fuori campo inconfondibile, e rimetterli al posto delle storie spesso ovvie raccontate da migliaia di suoi epigoni, in quell`universo narrativo opaco cui e` stato attribuito d`ufficio un nome che non gli apparteneva: il noir. si`, stavolta marlowe deve riportare le lancette all`anno in cui tutto e` cominciato, il 1939, e al luogo da cui tutto il resto ha tratto origine: questo romanzo. e per fortuna tutto fa pensare che ci riuscira` - o che fallira` magnificamente, come solo lui avrebbe potuto.

e quasi un capriccio, uno scherzo, quello di tagliarsi i baffi, da parte del protagonista di questo inquietante romanzo. ma ci sono scherzi (milan kundera insegna) che possono avere conseguenze anche molto gravi. il nostro non piu` baffuto eroe si trovera` infatti proiettato di colpo - lui che voleva solo fare una sorpresa alla moglie - in un universo da incubo: perche` tutti quelli che lo conoscono da anni, e la moglie per prima, affermano di non averli mai visti, quei baffi, e che dunque nella sua faccia niente e` cambiato. il mondo comincia allora ad apparirgli , e il confine tra la realta` e la sua immaginazione sempre piu` sfumato. delle due l`una: o e` pazzo, o e` vittima di un mostruoso complotto, ordito dalla moglie con la complicita` di amici e colleghi, per convincerlo che e` pazzo. non gli resta che fuggire, il piu` lontano possibile. ma servira`? o non e` altro, la fuga stessa, che il punto di non ritorno? per nessun lettore sara` facile ripensare a questo libro - in cui ritroviamo le atmosfere visionarie e paranoiche di quel philip k. dick sul quale emmanuel carre`re ha scritto - senza un brivido di turbamento.

annota flaiano nel febbraio del 1936, mentre, sottotenente del genio, partecipa alla guerra d`etiopia. . non a caso, attendera` dieci anni prima di ricavare da quella sofferta esperienza - fatta di sete e stanchezza, caldo e paura - un romanzo. un romanzo sconcertante, tanto piu` in pieno clima neorealista, che ha come sfondo non la , ma il paese triste, ingrato, ambiguo, sfuggente delle iene (e che dunque cela di necessita` ), e al centro una vicenda : un delitto futile e fatale, che scatena in chi l`ha commesso un corrosivo delirio. e gli trasmette il morbo di un , di un senso di colpa inscindibile dal rancore, di una pieta` commista a disprezzo per un mondo ignoto, l`africa - , dove gli occidentali vanno .

la paura e` l`emozione che travolge irene wagner quando un giorno, uscendo dalla casa dell`amante, s`imbatte in una sconosciuta: la donna sa tutto della sua doppia vita, e irene dovra` pagare in cambio del silenzio. il ricatto sempre piu` pressante, il terrore di essere scoperta e l`invincibile sensazione che il marito possa gia` sospettare qualcosa non le danno pace, minacciando la sua imperturbabile esistenza borghese. la spirale di angoscia che attanaglia e incalza irene prende a girare sempre piu` vorticosamente, in un crescendo di suspense...

quando shirley jackson arrivo` in ospedale per la nascita del terzo figlio, l`impiegata all`accettazione le chiese quale professione svolgesse. e alla risposta , replico` imperturbabile: . senza volerlo, quell`impiegata aveva toccato un nervo scoperto - e colto nel segno. l`autrice di uno dei piu` celebri e disturbanti racconti della letteratura americana moderna era anche, come emerge dagli irriverenti aneddoti familiari, un`eccentrica donna di casa e una madre spassosa e piena d`inventiva. ed e` impossibile non riconoscere qualcosa di lei nelle stravaganti mary poppins che popolano questa raccolta, accompagnate da gatti parlanti e in grado di confezionare abiti con le coccinelle e i denti di leone del giardino. quanto al lato piu` macabro - quello che la spinge ad affrontare tormenti, aberrazioni, crudelta`, a sondare normalita`, follia, soprannaturale e sordido, o ancora a rendere sottilmente inquietante la banalita` di , appunto -, il lettore non avra` che l`imbarazzo della scelta. nessuno meglio di shirley jackson conosce che si cela sotto la piu` linda e ordinata delle superfici. e solo lei sa mescolare assurdo, comico e spaventevole - avvelenata mistura -, portandoli alle estreme conseguenze con un`economia del dettato e un`acutezza del dettaglio del tutto inconfondibili.

toronto, anni venti. una comunita` di immigrati - turchi, greci, italiani giunti nel selvaggio cuore del canada - lavora febbrilmente all`edificazione della citta`. intorno a patrick e ai suoi amori, quello sognante per clara e quello piu` tenero e concreto per alice, ruota uno scenario drammatico e tragico, ricco di contrasti e ingiustizie che liberano un`enorme quantita` di energia. mentre la citta` cresce, soffoca la pianta uomo: ma quegli individui coraggiosi stanno anche trasformando una terra sconosciuta nella propria patria.

"posso andare soltanto dove i miei appetiti musicali mi portano" cosi` igor stravinskij riassumeva il proprio percorso compositivo, "non abdichero` mai alla regola del mio orecchio". orecchio pronto a cogliere stimoli di ogni sorta, bevuti da una curiosita` sonora mai sazia e rielaborati nel sacro gioco creativo da un ingegno unico, che rivive con sorprendente immediatezza nelle conversazioni con robert craft raccolte in questo volume. prima tappa non puo` che essere san pietroburgo: tra i ricordi di famiglia, la luce e i sapori degli anni di formazione, subito riaffiorano impressioni sonore, le cadenze della bibbia paleoslava, i concerti al teatro mariinskij e le lezioni con nikolaj rimskij-korsakov. la citta` della consacrazione e` parigi, nella stagione dei balletti russi. lungo il filo della memoria di stravinskij lo seguiamo nei continui viaggi, in una girandola di incontri; da satie a picasso, da proust a d`annunzio, da matisse a puccini, da valery a segovia, fino allo sbarco a new york, nel settembre del 1939, da una nave di profughi (la stessa su cui arriva toscanini). pensa a un soggiorno di pochi mesi: rimarra` in america per piu` di trent`anni. robert craft per oltre vent`anni ha vissuto accanto a igor stravinskij (1882-1971) e alla moglie vera a hollywood e new york, accompagnando il compositore in tourne`e e dirigendo i suoi concerti. a partire dagli anni cinquanta ha raccolto e pubblicato a piu` riprese conversazioni e memorie stravinskijane.

messico, cambogia, marocco, bangkok: i veri protagonisti di osborne sono i luoghi dei suoi romanzi. i personaggi sanno sempre dove sono; meno chiaro, ai loro stessi occhi, e` chi sono: questa la scintilla che innesca il racconto. java road ci porta a hong kong, nel torbido clima di una societa` in crisi, di un regime in bilico: le proteste studentesche infiammano le strade, i ricchi si accingono a riparare all`estero e gli stranieri non sono piu` visti di buon occhio. adrian gyle e` un oscuro giornalista inglese di mezza eta` che vive li` da oltre vent`anni, ma che per la gente del posto continua a essere un gwai lo, un . tra le sue scarse frequentazioni, l`ex compagno di universita` jimmy tang, un cinico miliardario che sguazza nell`alta societa` di hong kong come un pesce nell`acqua e che un giorno gli presenta la sua ultima fiamma, una studentessa di buona famiglia coinvolta nei tumulti. se ingolosisce i paparazzi, la loro relazione preoccupa il clan tang, tanto per i suoi risvolti politici quanto per il rischio di scandali: e quando la ragazza scomparira` nel nulla, sara` adrian a condurre un`indagine in proprio - un`indagine che, forse, non e` mossa solo dal desiderio di scoprire la verita`. sebbene le sue storie ci facciano girare il mondo, osborne finisce per guidarci sempre nel posto che gli e` piu` congeniale: la zona grigia al confine tra realta` e illusione, quella dove .

"quello che mi salva, e` la letteratura, cioe` la lingua, e` casa d`altri di silvio d`arzo." valeria parrella ezio comparoni, alias silvio d`arzo, e` un outsider, un autore di nicchia - e da quella nicchia amatissimo -, un uomo e l`ombra del suo doppio. a quello che ancora per molti e` un illustre sconosciuto dobbiamo alcuni tra i racconti piu` significativi della nostra letteratura, i piu` maturi dei quali compongono questa silloge. a unirli a doppio filo la guerra, vissuta, rimossa o cicatrizzata, con le sue conseguenze materiali, umane e sociali che incombono su soldati in marcia, ricche donne in attesa dei mariti al fronte o giovani reduci costretti a ricorrere a espedienti abietti per tirare a campare. punto focale della raccolta e` casa d`altri, definito da eugenio montale "un racconto perfetto": e` la storia di una domanda: quella che zelinda, donna anziana e sola che si procura di che vivere lavorando come lavandaia, tenta di porre al prete del villaggio. questa piccola gemma offre al lettore un vero giallo esistenziale, ancor piu` sconvolgente per il suo minimalismo. uno sguardo tagliente e umano a cio` che e` piu` difficile vedere. perche`, come scrisse lo stesso d`arzo, "quando si vive in quel modo inumano e impossibile, il mondo non e` piu` casa nostra: e` `casa d`altri`?".

Questo sito utilizza solo cookies tecnici e cookies analitics propri e di terzi. Per ulteriori informazioni vedi la nostra informativa. Chiudi