
una galleria di ritratti in parte nuova, ispirata a un principio antico, enunciato dallo stesso pericoli: "una biografia diversa da quella ufficiale, una sintesi visiva, una sorta di faccia-riassunto" - un volto che "somiglia, certo, al volto vero, ma che e` ancora piu` vero perche` ne racconta la storia".

racconti di pochi istanti, trame incongrue e persecutorie, irrisioni sistematiche: questo e` il terreno della sua prosa. la sua singolarita` e` tale da non tollerare inquadramenti. charms rimane soprattutto uno stupefacente narratore di "casi", tanto gratuiti quanto ineluttabili. rispetto alla gelida purezza dei suoi esperimenti di parodia sistematica, le versioni occidentali dell`assurdo appaiono timide.

"dallo speciale mondo chiuso e anacronistico delle comunita` chassidiche sperdute nelle grandi gelide pianure orientali non s`innalzera` mai piu` una voce. il libro del ceco jiri langer "le nove porte" e` il documento meno mediato di cui oggi si possa disporre per avvicinare l`oscuro e luminoso regno dei chassidim, cuore di quell`universo perduto." (sergio quinzio)

elisa vorrebbe solo una cosa: annullarsi in gilles. vivere per e attraverso gilles, non essere altro che sua moglie. preparargli la cena, guardarlo mangiare, guardare i suoi occhi, la sua bocca, i suoi capelli. ma il giorno in cui elisa capisce che gilles, suo marito, e` diventato l`amante di sua sorella, tutto crolla attorno a lei. eppure sceglie di tacere, di sorridere, di sopportare in silenzio l`indifferenza di gilles, perfino che gilles le parli del suo amore per l`altra, della sua gelosia. madeleine bourdouxhe, considerata tra i maggiori scrittori belgi del secolo scorso, pubblico` questo romanzo nel 1937.

la scoperta della doppia elica del dna nel 1953, cui watson lavorava da anni, suggeriva la soluzione di due fra i piu` antichi misteri della biologia: l`archiviazione e la replicazione dell`informazione ereditaria. la doppia elica portava fin dentro la cellula una visione unitaria del mondo biologico e del mondo inanimato e, nella confusa complessita` della biologia e nella sterminata varieta` delle forme viventi, watson introduceva un elemento materiale unificante e una nuova chiave interpretativa. il cinquantenario della rivoluzione del dna ha coinciso con la pubblicazione della prima sequenza del genoma umano e cio` ha offerto allo scienziato inglese l`occasione per una magistrale lettura della sua storia e dei suoi problemi.

involontario detective, padre brown non e` solo il prete che risolve i casi polizieschi piu` complicati e difficili, ma e` anche e soprattutto il personaggio di cui chesterton si serve per dimostrare la verita` della sua fede e per combattere le idee dei suoi avversari.

in questo libro si parla di vita. di amore, volonta`, gioia, amicizia, dolore. di scienza e fede, di corpo, piacere e cibo. e in particolare si parla tanto, profondamente, di madri e figli. sono molte le voci che si intrecciano in queste pagine, voci che provengono dal lontano passato del secondo conflitto mondiale, dagli anni difficili e pieni di speranza del dopoguerra, e dall`oggi un uomo decide di raccontare la propria storia. le battaglie etiche e scientifiche che lo hanno visto protagonista. e lo fa attraverso le storie delle molte donne che ha incontrato lungo tutta la sua vita, con le quali ha condiviso sentimenti, amicizie e lavoro. donne che di volta in volta si sono impegnate in una battaglia: contro la guerra, i pregiudizi, la malattia, la paura. contro la moralita`, i dogmi religiosi, la disinformazione, l`ipocrisia. o semplicemente contro la consuetudine e il senso comune: ne` buoni ne` cattivi, semplicemente granitici. donne che hanno deciso, ognuna a proprio modo e con la propria voce o afonia, di combattere e di non cadere. e soprattutto di non rinunciare, difendendo con un sorriso, sopra i denti stretti, se stesse, i propri affetti e cio` in cui credono. cosi` proprio il fatto che a raccontare sia un uomo, permette di penetrare senza ipocrisie o sbavature retoriche un universo tanto connotato e a raccontare, senza imbarazzi e forzature, un mondo intimamente femminile.


un padre, jachin-boaz, che disegna mappe preziose per tutte le esigenze. un figlio, boaz-jachin, che vuole una mappa con almeno una zona vuota, ed e` proprio la mappa che il padre non puo` dargli. un leone, in un mondo dove tutti i leoni sono ormai scomparsi. con questi tre elementi russell hoban ha costruito un romanzo - una favola? una parabola? un`allegoria? - che ha ricordato ai critici le grandi opere di tolkien e di c.s. lewis.
13 agosto 1944: il giovane lucien carr, per difendersi dalle avances dell`amico david kammerer, lo ammazza e ne getta il corpo nelle acque dello hudson. due altri suoi amici, william burroughs e jack kerouac, vengono arrestati per non aver denunciato l`omicidio. forse anche per elaborare a modo loro l`accaduto, i due scrittori ne tracciano in seguito un resoconto a quattro mani iperrealistico e visionario, dissepolto solo in anni recenti. raccontando a capitoli alternati, burroughs e kerouac assumono il punto di vista di due personaggi-narratori: burroughs quello di will dennison, barista originario del nevada, sempre preceduto dalla sua "ombra di un metro e novanta", kerouac quello del marinaio mike ryko, "un finlandese diciannovenne dai capelli rossi". attraverso il loro sguardo e intorno ai protagonisti del tragico fatto di cronaca vediamo cosi` delinearsi una folta compagnia anarco-utopista e sgangherata, euforica e malinconica, che trascorre giorni e notti bevendo e fumando in pub luminescenti, leggendo faulkner e sognando di raggiungere parigi. sullo sfondo, una new york caotica, atterrita e aggressiva, una metropoli di fine guerra in cui il caos visivo e` tutt`uno con quello acustico, con le radio che trasmettono le note della prima sinfonia di brahms o il reportage concitato di un giornalista su un circo in fiamme dove "gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche". con una nota di james w. grauerholz

