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e difficile immaginare qualcosa di altrettanto distante dall`oggi quanto cio` che apparve piu` di tremila anni fa nell`india del nord sotto il segno del veda, quel "sapere" che dichiarava di comprendere in se` tutto, dai granelli di sabbia sino ai confini dell`universo. ancor piu` che nel tempo, quella distanza si avverte nel modo di vivere ogni gesto, ogni parola, ogni impresa. gli uomini vedici prestavano una attenzione adamantina alla mente che li reggeva, per loro mai disgiungibile da quell`"ardore" da cui ritenevano si fosse sviluppato il mondo. e, qualsiasi cosa accadesse, acquistava senso solo in rapporto a un invisibile traboccante di presenze divine. fu un esperimento del pensiero cosi` estremo che sarebbe potuto scomparire senza lasciare traccia, cosi` come gli uomini vedici lasciarono ben poche tracce tangibili del loro passaggio attraverso "la terra dove vaga in liberta` l`antilope nera". eppure quel pensiero - groviglio composto da inni enigmatici, atti rituali, storie di de`i e folgorazioni metafisiche - ha l`indubitabile capacita` di illuminare, con una luce radente e diversa da ogni altra, alcuni eventi elementari che appartengono all`esperienza di chiunque, oggi e dappertutto, a cominciare dal puro fatto di essere coscienti.

"per decifrare il codice dell`anima e capire il carattere, la vocazione, il destino, nel suo best seller hillman si ispira al mito platonico di er: l`anima di ciascuno di noi sceglie un "compagno segreto" (daimon lo chiamavano i greci, genius i latini, angelo custode i cristiani). sara` lui a guidarci nel cammino terreno. eminenti modelli sfilano sotto l`occhio stregonesco di hillman ... il suo set e` affollatissimo. judy garland, jose`phine baker, woody allen, quentin tarantino, hannah arendt, manuel manolete, henry kissinger, richard nixon, truman capote, gandhi, yehudi menuhin, elias canetti e tanti altri, con le loro storie d`infanzia e maturita` abilmente sezionate dal bisturi analitico, testimoniano apoteosi e disastri. ma nell`eta` della psicopatia il ruolo del protagonista spetta a hitler: il suo demone gli ha cucito addosso la divisa di un prototipo, il criminale dei tempi moderni. forse di tutti i tempi." (enzo golino)

il libro si apre su una "scena della vita di provincia", grottesca e quasi allucinata, finche` "dal fondo dell`oscurita`" il protagonista si sente guardato da "due occhi neri, dilatati e selvaggi", che lo gettano nello stupore e nel terrore. "una ragazza ad ogni modo" osserva subito dopo. cosi` ci appare guru`, la fanciulla-capra, che presto condurra` il giovane giovancarlo e il lettore fra i "lunari orrori" di creature diafane, fantomatiche, e fin nelle viscere della terra, nel regno arcano delle madri. con "la pietra lunare", suo primo romanzo (1939), landolfi presentava gia` tutti i registri fondamentali di un`opera che rimane, come scrisse zanzotto, "uno dei punti di riferimento piu` radiosi del nostro novecento letterario".

attraverso l`esame di alcuni fra i testi piu` significativi dei due grandi poeti italiani del primo novecento, sono qui evidenziati due diversi modi di rapportarsi col reale. quello tipico di sbarbaro, che guarda l`esistenza con gli occhi spalancati ed infantile ricettivita` priva di pregiudizi. l`altro caratterizzato dal tentativo arduo di oltrepassare la superficie del reale per accedere forse alla profondita` di una visione iniziatica. tentativo mancato, che da` vita ad immagini letterarie potentemente coinvolgenti. accomunano i due autori la decisa distanza dai modi convenuti di guardare la vita e l`ispirazione a un`esperienza umana piu` autentica, di cui la poesia in entrambi si fa tramite in modi originali.

Della sua storia militare, quando nel 1958 l'ultimo custode lasciò la struttura oramai disarmata, senza i cannoni in cupola, rimase alla mercé dei vandali e all'oblio del tempo. Per opera della comunità montana alta valtellina, il forte, pur rimanendo di proprietà demaniale, fu restaurato e aperto al pubblico. Con ciò iniziò ad esserci un certo interesse verso quella struttura, di cui molti cittadini conoscevano l'esistenza, ma pochi l'avevano visitata. Con l'uscita, nel 1984, di un articolo dell'ingegner stefano zazzi sul forte, anche gli studiosi iniziarono ad interessarsi alla sua storia.

sono molti i fattori che continuano a dare alla provincia varesina una invidiabile fama proprio nel settore alimentare e culinario. c`e` una consolidata tradizione di ospitalita` alberghiera e turistica con cuochi, gastronomi e pasticceri di indubbia professionalita`. numerose sono le industrie alimentari di grande spicco con lavorazioni tipiche spesso legate alle peculiarita` del territorio. senza dimenticare gli innumerevoli ed originali prodotti che hanno conquistato il mondo. questo libro ci offre un vasto e rigoroso quadro delle piu` antiche e moderne tradizioni culinarie della provincia di varese e dell`insubria. dai monti e dalle valli sino ai fiumi e ai laghi, dai borghi agresti sino alle affollate citta`, queste ricette ci aiutano a compiere un viaggio nella civilta` piu` originale e genuina delle campagne e dei borghi. un viaggio che puo` proseguire a tavola. con immagini di antichi ristoranti.

l`edizione speciale per i 70 anni di questo ricettario storico. interamente rinnovato nella veste grafica e nei contenuti, le 2000 ricette spaziano dai grandi classici ai piatti contemporanei. un volume di pregio da regalare a tutti gli appassionati della buona tavola.

. cosi` simon, protagonista dei fratelli tanner, viene descritto da kafka, che ne fu uno dei primissimi e piu` entusiastici lettori. simon ci appare, all`inizio, come un ultimo discendente della nobile stirpe dei che, da eichendorff in poi, hanno traversato la letteratura accompagnati dal soffio corrosivo dell`ironia romantica: cerca, trova e abbandona i lavori piu` vari (ma sempre anonimi e subalterni) con irresponsabile disinvoltura, si lancia in lunghe passeggiate, fantastica, si guarda intorno per le strade, scrive grandi lettere, attacca discorso, incrocia senza mai arrestarsi i suoi fratelli e tanti sconosciuti, dell`esistenza dei quali, proprio perche` a nulla, o forse al nulla, appartiene, riesce per un poco a partecipare cosi` intimamente come neppure loro stessi saprebbero. ma quando lo troviamo che scrive indirizzi in una copisteria per disoccupati, circondato da una schiera di rifiuti della societa`, riconosciamo in lui uno di quei diseredati su cui dostoevskij fu il primo romanziere a fissare ossessivamente lo sguardo. eppure non c`e` in simon neppure una punta del risentimento dell`. questo e` un imprendibile spirito dell`aria, che prova meraviglia ogni mattina per l`esistenza del mondo, anzi ritiene che . la sua gioia e` nel sentirsi anche se non ha nulla e nulla gli viene dato. ma proprio questo sconcertante modo di essere carica di una straordinaria intensita` le sue esperienze. e quando dira`: , sapremo che, di la` dalla loro mirabile ironia, queste parole sono fra le piu` dure e inappellabili che mai siano state dette contro la societa`. come

del cervello umano, davide sa quanto ha imparato all`universita`, e usa nel suo mestiere di neurochirurgo. finora gli e` bastato a neutralizzare i fastidiosi rumori di fondo e le modeste minacce della vita non elettrizzante che conduce nella lucca suburbana: l`estremismo vegano di sua moglie, ad esempio, o l`inspiegabile atterraggio in giardino di un boomerang aborigeno in arrivo dal nulla. ma in quei suoni familiari e sedati si nasconde una vibrazione piu` sinistra, che all`improvviso un pretesto qualsiasi - una discussione al semaforo, una bega di decibel con un vicino di casa - rischia di rendere insopportabile. e quello che tenta di far capire a davide il suo nuovo, enigmatico maestro, diego: a contare, e spesso a esplodere nel modo piu` feroce, e` quanto del cervello, qualunque cosa sia, non si sa. o si preferisce non sapere.

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