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sempre piu` spesso la cronaca riporta casi di "malasanita`". errori diagnostici, interventi mal realizzati, attese lunghissime, condizioni igieniche approssimative suscitano sdegno e sconcerto nell`opinione pubblica. e anche medici e infermieri denunciano condizioni di lavoro difficili, risorse non adeguate, stipendi non gratificanti. tutto cio`, pero`, e` solo la punta di un iceberg - la cura dei malati, degli anziani, dei soggetti piu` deboli, che e` forse la questione sociale e culturale piu` importante dei nostri tempi. per molto tempo marie de hennezel e` stata a stretto contatto con pazienti e dottori, con familiari di pazienti e infermieri, dentro ospedali, cliniche, residenze per anziani. ha voluto toccare con mano come si vive e si lavora in questi luoghi, per capire e anche per individuare delle possibili soluzioni. gli interrogativi che solleva ci riguardano tutti: gli ospedali (e le strutture a essi assimilabili) sono ancora il luogo dove ci si prende cura di persone in difficolta` oppure sono soltanto macchine amministrative o aziende preoccupate di far quadrare i loro bilanci? i malati e le loro famiglie sono semplici utenti di un servizio o devono essere al centro di una relazione fatta di capacita` di accoglienza, sensibilita`, comprensione? e, infine, chi si preoccupa dei bisogni di medici e infermieri, spesso sottoposti a un severo stress emotivo?

il territorio delle discipline dell`architettura e la riflessione a esse connesse si e` modificato e differenziato nel tempo, si sono trasformate le relazioni con la societa`, le condizioni tecniche del fare, le procedure e il ruolo stesso dell`architetto. i confini tra le diverse arti si sono fatti incerti e l`identita` e i compiti dell`architettura si sono confusi. tale confusione e` stata vissuta da molti come una liberazione di forze creative; ma troppo facilmente si e` fatto a meno di ogni distanza critica dalla realta` e anche di ogni fondamento del proprio fare. tutto cio` ha determinato lo spostamento dell`architettura verso l`indistinta nuova disciplina dell`estetizzazione diffusa del mondo, facendo abusivamente coincidere le nozioni di arte e comunicazione e proponendo i mezzi stessi come fini: smarrendo, cioe`, la necessita` del senso, di cio` che solo ciascuna delle arti puo` dire. questo libro ricerca le ragioni e le conseguenze di una confusione interdisciplinare che sottrae l`avventura dell`architettura alle proprie responsabilita`.

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