
abbandonato dall`unica donna che ha mai amato e in cura da uno psicanalista per superare un trauma della sua infanzia, al detective edgar "zurdo" mendieta viene affidato un caso che sembra un vero rompicapo. bruno canizales, avvocato di successo e figlio di un importante politico, e` ritrovato morto con la testa perforata da una pallottola d`argento. la pressione dei media e della politica si fa subito asfissiante e il cellulare di mendieta non smette mai di suonare: i superiori gli chiedono notizie dell`indagine e lo informano dei continui ritrovamenti di nuovi cadaveri. chi c`e` dietro a questo omicidio e a quelli che stanno insanguinando il paese? i narcos? la politica corrotta che si prepara a una resa dei conti? o i membri della stravagante setta della piccola fratellanza universale a cui lo stesso canizales apparteneva?






in sudafrica, poco prima delle elezioni che hanno portato nelson mandela al potere, due coppie fanno i conti con la realta` sociale e politica del paese. da un lato ci sono gli stark: vera e bennet, i bianchi. lui rinuncia alle proprie attivita` artistiche per la famiglia, lei invece intraprende la professione di avvocato che, costringendola ad affrontare problematiche a lei sconosciute, le cambiera` la vita. dall`altro lato scorre l`esistenza parallela dei maqoma: sibongile e didymus, militanti neri tornati in patria dopo anni di esilio a seguito dei grandi rivolgimenti politici. lui, ex terrorista, viene messo da parte dal movimento rivoluzionario, mentre lei, che non si era mai impegnata nella lotta politica, vi acquisisce un ruolo sempre piu` attivo. nessuno passa indenne attraverso gli sconvolgimenti che stanno travolgendo il sudafrica e tutti si trovano a dover fare i conti con la storia.




la citta` e la possibilita` di governarne lo sviluppo per il bene comune sono temi fondativi della sinistra. basta riandare alla manchester descritta da engels o alle lotte di inizio novecento per i diritti elementari e i bisogni primari del proletariato urbano, da cui presero l`avvio partiti e sindacati di sinistra e la stessa urbanistica moderna. da qui, la riflessione dei due autori arriva a esplorare un paradosso italiano. vi e` stato un tempo, nel dopoguerra, in cui la sinistra - non solo quella comunista - rifiutava l`etichetta di riformista, ma nei fatti metteva in campo, sulla citta`, visioni e azioni squisitamente riformiste. erano gli anni delle lotte contro il sacco urbanistico di roma, napoli, palermo e contro i comitati d`affari incistati nella politica; e gli anni di alleanze per l`epoca decisamente inedite. ed ecco il paradosso. mentre oggi la sinistra rivendica con orgoglio la propria natura riformista, ha quasi smarrito la tensione di allora: distante com`e` dalla riflessione attualissima sull`urgenza di un freno al consumo di suolo; troppo legata, in alcuni, a pregiudizi ideologici - la mitizzazione dell`esproprio, la demonizzazione dei pri-vati - e troppo vicina, in tanti altri, a quel "partito del cemento" trasversale che spesso detta legge sul futuro delle citta` ed e` fonte di inquinamento affaristico della politica. ma la sinistra puo` permettersi di tradire la citta`? o non rischia cosi` di condannare se stessa?




la storia del novecento in europa parte da est, dai grandi imperi multietnici dove le idee di nazione rompono gli equilibri secolari, innescano le scintille di due devastanti conflitti e portano alla distruzione di tutte le potenze europee. vista cosi`, l`europa del novecento e` un continente incendiato e distrutto, ricostruito e nuovamente disseminato di rovine, poverta`, ingiustizie, massacri, odi. eppure cento anni di divisioni non hanno spento la civilta` europea, ne` interrotto il percorso per l`affermazione dei valori democratici, ne` soffocato la speranza di un futuro di giustizia e di benessere per tutti. la storia di questo secolo in europa e` anche il racconto del coraggio di donne e uomini che negli ideali di liberta` e nei diritti hanno creduto. e la storia del riscatto dalla poverta` e dall`oppressione di milioni di europei che acquistano coscienza di se`, istruzione, piena cittadinanza e pari diritti. e anche il racconto di una civilta` che cambia sulla scia di due rivoluzioni industriali e di una terza tecnologica e informatica.

2LP. E' sempre stato il cantante preferito di Paolo Carù per il talento, la classe, l'autenticità e l'integrità artistica che l'hanno fatto passare indenne attraverso le mode, il glamour, le trovate per i media e le sparate sui social. Van Morrison è sempre rimasto se stesso e forse per questo più di tutto Paolo e tanti appassionati come lui lo adorano, non si è mai stancato di raccontare la sua visione sonora e poetica come fa in questo nuovo e quarantesimo album e nelle sue 14 canzoni, che dimostrano ancora una volta vivacità e creatività. Con un pizzico di nostalgia per i tempi che furono, Morrison fa alla grande quello che ha sempre saputo fare, non discontandosi dai suoi territori abituali, ma dimostrnado cosa significhi saper comporre e interpretare una canzone. Con lui un pugno di musicisti di immensa classe come Richard Dunn all'organo, Stuart McIlroy la piano, Pete Hurley al basso e Colin Griffin alla batteria. Disco del mese di luglio secondo la rivista Buscadero!