Trio folk-rock che proviene da Nashville, con una vocalist femminile. Supportati da session men del luogo i tre, che sono al secondo lavoro, creano canzoni di un certo peso, arrangiate in modo succinto.
Morning Star è l'ottavo album del chitarrista Daniel Bachman. Il suo disco più complesso ed intrigante. Disco influenzato, come è successo a molti altri artisti, dagli eventi burrascosi che hanno portato all'orrenda presidenza americana attuale. Bachman riflette la sua amarezza attraverso la sua musica e mischia antico e moderno, lirismo e dramma, avanguardia e folk. Morning Star è un disco bello e fiero, ma anche profondamente complesso. Iniziando dalla lunga ( 18 minuti) Invocation e per finire con l'altrettanto lunga ( 13 minuti) New Moon. Sperimentali e piene di sonorità ricercate. In mezzo abbiamo la bellezza di Song For The Setting Sun III e IV, ed altre canzoni che mettono a fuoco l'assoluta bravura di questo personalissimo chitarrista.
Linda Thompson si inventa un disco diverso: questo album nasce per via del suo amore nei riguardi del varietà e del music Hall. Infatti l'album è dedicato alla riscopertia di classici del diciottesimo e diciannovesimo secolo, riletti in maniera personale, diremmo folk rock, viste le radici di Linda. Sono con lei attori, musicisti, rockers, folksinger. Un campionario umano e musicale molto variegato. C'è Colin Firth, grande attore che qui canta. C'è il figlio, Teddy Thompson, quindi Martha Wainwright, James Walbourne, l'artista di cabaret Justin Vivian Bond, i folk singers Bob Davenport e Cara Dillon, Sam Lakeman, Jools Holland, Stephen Large degli Squeeze, la leggenda del music hall John Foreman. Una rilettura leggera, danzabile, nel senso migliore del termine.