su un`isola spazzata dal vento e dalle onde, vive una piccola comunita` che ha scelto di ritirarsi dalla frenesia delle citta` e abbracciare i ritmi del mare. suoi compagni d`elezione sono i gatti che, di tutti e di nessuno, scorrazzano per i tetti o si acciambellano al calduccio nelle case. i pescatori di aragoste e le merlettaie, il prete filosofo e la comare impicciona, i bambini che rincorrono pecore paffute, il poeta che suona il violino e il vecchio guardiano del faro: in quell`oasi remota, dove hanno scelto di vivere, tutti sono liberi e nessuno si sente abbandonato. un giorno, pero`, gli abitanti si svegliano e i gatti non ci sono piu`. disperati, chiedono allora aiuto alle autorita` del continente, che mandano sull`isola nuovi gatti, molto piu` mansueti e controllabili. uno per abitante e dotato di guinzaglio, in modo che non si perda. solo che non sono affatto gatti. sono cani. da portare a spasso tre volte al giorno alla stessa ora, per le medesime vie. come a creare un`abitudine che distolga dal pensare. un ordine che favorisca l`obbedienza. perche` basta chiamare "gatto" un cane affinche` tutti dimentichino il passato e si adeguino alla nuova realta`, senza farsi troppe domande. tutti tranne il vecchio guardiano del faro, che lotta per riportare sull`isola i veri gatti, e con loro la capacita` di ribellarsi e sognare. una storia delicata e profonda, che ci ricorda il potere che hanno le parole nel forgiare la nostra realta`. una favola moderna che, con acume e ironia, invita a riflettere sui rischi del conformismo. un inno alla tolleranza e alla liberta`, soprattutto di pensiero. " |