esistono alcuni libri, scrisse una volta leonardo sciascia, che assomigliano alla felicita`. l`isola del tesoro, il conte di montecristo, kim, michele strogoff: chi di noi potrebbe dimenticare le ore trascorse fuori dal mondo, immersi in una di quelle letture che ci spalancavano universi di cui neanche immaginavamo l`esistenza? ecco, inoltrandosi fra le pagine di questo libro, ogni lettore ancora in grado di meravigliarsi vivra` alcune di quelle ore incantate. non importa se il nome dei due autori non gli dira` niente, perche` grazie a loro verra` trascinato, insieme al misterioso protagonista - forse lo zar alessandro i, il vincitore di napoleone, che secondo una leggenda non sarebbe morto nel 1825, ma per altri quarant`anni avrebbe condotto una vita segreta di vagabondo, prima monaco, poi schiavo, cercatore d`oro, mendicante, discepolo di un lama -, in un viaggio vertiginoso e senza fine. dall`ucraina al caucaso, dagli splendori di samarcanda e di bukhara alle tende dei nomadi kirghisi, dai deserti della persia alle pianure innevate della siberia: quel "far east" che fu a lungo il territorio stesso dell`avventura. e come in ogni vero romanzo d`avventura, il lettore incontrera` la piu` straordinaria accozzaglia umana che si possa sognare: saltimbanchi, cacciatori di orsi, mercanti di pelli, ladri di cavalli, bari, assassini, zingari, ubriaconi, puttane, pellegrini, dervisci, sciamani - e naturalmente demoni. ma il "desiderio troppo grande di solitudine" del protagonista lo condurra` insieme a lui fuori dalle carte geografiche e dalla galera del mondo, la` dove "il sentiero si perde". e alla fine non potra` che chiudere queste pagine con un sentimento di profonda gratitudine verso quei due ignoti scrittori, per tutta la meraviglia che hanno saputo regalargli. |