e l`autunno del 1926 quando israel joshua singer, su invito del direttore del - quotidiano yiddish di new york -, si reca in unione sovietica per un reportage che lo impegnera` diversi mesi. dira`, non senza understatement, a commento del suo lavoro, che invece costituisce una testimonianza eccezionale, per molti versi unica. perche` singer, che aveva osservato a fondo il paese dei soviet gia` nel pieno della tempesta rivoluzionaria, non solo ci mostra ora uno scenario drasticamente mutato, ma coglie in nuce, con occhio penetrante, quelli che saranno i tratti peculiari del regime staliniano: la burocrazia imperante, la pervasivita` dell`apparato poliziesco, gli ideali comunisti sempre piu` di facciata, i rigurgiti antisemiti. percorrendo le campagne bielorusse e ucraine punteggiate di fattorie collettive e colonie ebraiche, visitando le principali citta` del paese - mosca, ; kiev, che ; odessa, divenuta -, immergendoci in una prodigiosa polifonia di testimonianze, singer ci restituisce un quadro vivido e composito, pieno di chiaroscuri, della nascente societa` sovietica. e porta cosi` alla luce le feroci contraddizioni che proliferano sotto lo sguardo vigile e ubiquo delle nuove icone laiche del . |