nel marzo 1807, lontano dalla francia, napoleone bonaparte scriveva alla moglie giuseppina: . e nell`arco di vent`anni appena, dall`ottobre 1795, in cui era un giovane capitano di artiglieria mandato a sedare tumulti a parigi, fino al giugno 1815 e alla sconfitta finale di waterloo, napoleone ebbe modo di mostrare in quante forme questo senso del dovere poteva manifestarsi: conquistato il potere con un colpo di stato, pose fine alla corruzione e all`incompetenza in cui si era arenata la rivoluzione, e se da una parte reinvento` l`arte della guerra in una serie di battaglie folgoranti, dall`altra ricreo` dalle fondamenta l`apparato legislativo e amministrativo, modernizzo` i sistemi di istruzione e promosse la fioritura dello "stile impero" nelle arti. poi l`impossibilita` di sconfiggere il suo nemico piu` ostinato, la gran bretagna, lo spinse verso campagne estenuanti e alla fine fatali in spagna e russia. l`epilogo in sordina della sua vita avventurosa, in esilio a sant`elena, per ironia della sorte e della storia si salda con i suoi esordi, con quel quaderno di geografia dove da ragazzo annotava, a margine di un lungo elenco di possedimenti imperiali britannici: . andrew roberts ha attinto al corpus completo delle 33.000 lettere napoleoniche, tuttora in corso di pubblicazione, e ha visitato quasi tutti i campi di battaglia e i luoghi della sua vita, mostrandoci per la prima volta "l`imperatore dei francesi" cosi` com`era davvero: incredibilmente versatile, ironico, ambizioso, ferocemente determinato ma anche disposto al perdono, ossessionato dalla discendenza e scostante in amore. perche` napoleone il grande non fu una sorta di antieroe destinato alla nemesi, un moderno personaggio da tragedia greca o un`altra delle immagini che gli hanno ritagliato addosso dozzine di ricostruzioni storiche. come scrisse nelle sue memorie george home, guardiamarina a bordo della |