augusto secondo valle, erede della fiba, la fabbrica italiana bottoni e aeroplani che tuttavia ha fabbricato sempre e solo bottoni, e` un industriale sui generis: ama parlare con gli uccelli. tordi, merli, fringuelli, corvi, storni, zigoli, gracchi, gazze e passeracei assortiti allietano, fin da quando era bambino, le sue lunghe giornate. nel boom economico dell`italia che cresce e che sale, di una milano sempre piu` megalopoli che s`infittisce e s`infetta e dove le ciminiere eruttano veleni che oscurano il cielo, la fiba, situata pressappoco li`, , e` l`unica a conservare alle sue spalle un grande parco dove prosperano alberi, erbe e ogni tipo di animale alato. augusto secondo e` un tipo malinconico e solitario, che pero` trova la sua allegria in queste chiacchiere senza parole, novello san francesco che, per sogni e ideali, vive nel passato e nello spettro di un padre suicida, forse pazzo. o almeno fino a quando non incontra palmira, operaia dalla bellezza sconvolgente che sposa, assecondando i sogni di lei di scalata sociale ed economica, e dalla quale pero` viene presto esautorato. per via delle sue bizzarre abitudini, oltre che per aver sperperato tre milioni , augusto secondo finisce infatti in manicomio. e in manicomio incontra serafina, frangetta bionda, viso soave, occhi purissimi e un piffero da cui fluiscono note come canti d`uccelli. e l`inizio di un amore travolgente, unicamente grazie al quale i due troveranno la forza di cambiare il loro destino. quando scrive oh, serafina! e` il 1973 e berto lo pensa come un soggetto per un film, che pero` arrivera` solo nel 1976 per la regia di alberto lattuada. gli da` l`esplicito sottotitolo di fiaba di ecologia, di manicomio e d`amore e ci mette tutto il suo humour, e la sua pietas . |