elena, la piu` bella tra le donne, la piu` desiderata, ma anche la piu` detestata. per tutti, lei era l`adultera che aveva abbandonato menelao per fuggire con paride. per tutti, lei era la causa dell`atroce guerra in cui greci e troiani si erano reciprocamente massacrati. ma era davvero fondata quella condanna cosi` unanime? e che dire della guerra stessa? ne` i greci ne` i troiani si erano accorti di essere stati vittima di un terribile inganno divino. la donna che paride pensava di aver portato con se` era, in verita`, solo un simulacro fatto d`aria, un fantasma etereo attorno al quale gli uni e gli altri avevano vanamente combattuto. nel frattempo, la "vera" elena era stata trasportata in egitto, terra esotica di morti e di arcana sapienza, e laggiu`, come sospesa in un limbo, era rimasta a disperarsi dell`universale equivoco e della propria controversa bellezza. da queste premesse si sviluppa la densa e suggestiva drammaturgia di euripide che, adottando una versione alternativa a quella di omero, elabora sulla scena una sorta di labirinto filosofico e iniziatico. che cosa accade quando l`illusione avvolge l`intera realta` e i mortali vivono come brancolando fra parvenze umbratili? nulla e` come appare, i nomi non corrispondono alle cose e i soggetti non si riconoscono, cadendo in preda allo smarrimento e alla dissociazione, mentre il divino appare irraggiungibile. e possibile uscire dagli inferi per tornare alla vita? questo e` forse il dono sottile e altrettanto etereo della vera poesia. |