tutta giocata di sponda e` la partita di biliardo (umano) su cui si impernia questo romanzo giallo: o meglio "antipoliziesco", giacche` sin dall`inizio ci esibisce l`assassino. la prima palla a finire in buca, per un colpo a la bande, e` la testa calva del professor winter, esimio germanista: centrato dai proiettili dello squisito consigliere cantonale kohler, cade con la faccia nel piatto di tournedos rossini che stava gustando nel ristorante du the`atre. quindi, a una a una, rotoleranno in buca le altre palle - un playboy, una squillo d`alto bordo, una perfida nana, un protettore -, delineando un autentico rompicapo: "ii comandante era disperato. un omicidio senza motivo per lui non era un delitto contro la morale, bensi` contro la logica". kohler, poi, in galera e` l`uomo piu` felice del mondo: trova giusta la pena, meravigliosi i carcerieri, e intreccia serafico ceste di vimini. ha un unico desiderio: che l`avvocato spat, squattrinato difensore di prostitute, si dedichi finalmente a un`impresa seria (ma a lui sembrera` pazzesca) e riesamini il caso partendo dall`ipotesi che non sia kohler l`omicida: "deve solo montare una finzione. come apparirebbe la realta`, se l`assassino non fossi io ma un altro? chi sarebbe quest`altro?". accettata la sfida, spat precipitera` ben presto in un gorgo, in una surreale commedia umana e filosofica che tiene tutti - lettori in primis - col fiato sospeso: per quale ragione kohler e` di umore tanto allegro? e perche` mai ha ucciso winter? |