a guidare la mano di darwin mentre nel 1837 tracciava il primo schizzo del suo "albero della vita" c`era l`idea della discendenza delle specie da un antenato comune: idea audace, perche` andava contro il dogma creazionista e stabiliva una continuita` tra gli esseri umani e creature ben piu` primitive. da allora l`albero filogenetico non ha fatto che espandersi. ma il bello doveva ancora venire. e il bello, scopriamo grazie a david quammen, e` venuto negli anni settanta con le scoperte di carl woese, che rivelano una realta` molto piu` complessa. l`albero della vita e` piu` intricato di quello immaginato da darwin, e forse non e` neppure un albero. i geni non si spostano solo in senso verticale, da una generazione alla successiva, ma anche lateralmente, varcando i confini di specie, o passando da un regno a un altro, e creando degli ibridi. alcuni sono entrati di traverso nella nostra linea di discendenza da fonti estranee e insospettate, in un "equivalente generico di trasfusione di sangue": sangue infetto, e tra i "donatori" ci sono gli archaca, organismi primigeni che si nutrono di idrogeno e ammoniaca e vivono in luoghi infernali, come lo stomaco delle mucche e gli scarti acidi delle miniere. gli archei sono dentro di noi, nella bocca, nell`intestino, e sono responsabili della creazione di superbatteri resistenti agli antibiotici. le implicazioni teoriche e pratiche della rivoluzione messa in moto da woese, a lungo docente di microbiologia alla university of illinois, faranno discutere il mondo della scienza per molti anni ancora - e di woese, nonche` degli altri protagonisti di questa epopea, quammen lascia un ritratto che rimarra` impresso a lungo nella mente di chi leggera` questo libro. |