. gelsomina settembre detta mina, assistente sociale di un consultorio sottofinanziato nei quartieri spagnoli di napoli, e` costretta a occuparsi di casi senza giustizia. la affiancano alcuni tipi caratteristici con cui forma un improvvisato, e un po` buffo, gruppo di intervento in ambienti dominati da regole diverse dall`ordine ufficiale. domenico gammardella , bello come robert redford, con un fascino del tutto involontario e una buona volonta` spesso frustrata; trapanese, il portiere dello stabile che si sente irresistibile e quando parla sembra rivolgersi con lo sguardo solo alle belle forme di mina; e, piu` di lato, il magistrato de carolis, antipatico presuntuoso ma quello che alla fine prova a conciliare le leggi con la giustizia. vengono trascinati in due corse contro il tempo piu` o meno parallele. ma di una sola di esse sono consapevoli. mentre mina, a cui non mancano i problemi personali, si dedica a una rischiosa avventura per salvare due vite, un vendicatore, che segue uno schema incomprensibile, stringe intorno a lei una spirale di sangue. la causa e` qualcosa di sepolto nel passato remoto. il magistrato de carolis deve capire tutto prima che arrivi l`ultima delle dodici rose rosse che, un giorno dopo l`altro, uno sconosciuto invia. mina settembre e gli altri sono figure che maurizio de giovanni ha gia` messo alla prova in un paio di racconti. in "dodici rose a settembre" compaiono per la prima volta in un romanzo. sono maschere farsesche sullo sfondo chiassoso di una citta` amara e stanca di tragedie. un mondo di fatica del vivere che de giovanni riesce a far immaginare, oltre all`intreccio delle storie, gia` solo con il linguaggio parlato dai vari personaggi di ogni strato sociale: ironico, idiomatico, paradossale, immaginoso. |