con queste parole john elkann, presidente e principale azionista di fca, ha annunciato ai dipendenti l`addio di sergio marchionne, pochi giorni prima della sua morte. italiano d`origine e nordamericano di formazione, e` stato un capo azienda di ampia visione, e tra i simboli manageriali di un`epoca, quella del capitalismo globale ai tempi della peggiore crisi economica dal 1929. nominato nel 2004 al vertice della piu` grande azienda manifatturiera italiana sull`orlo della bancarotta, in tre anni ne mette in ordine i conti, grazie allo snellimento della struttura burocratica, all`accelerazione dei processi decisionali e ai nuovi modelli, a cominciare dalla nuova 500. poi, di fronte alla grande recessione globale, che si intreccia alla crisi finanziaria, adotta un`imprevedibile strategia d`attacco: la fiat entra nel capitale di chrysler, dopo una serrata trattativa con l`azienda, il sindacato e soprattutto con l`amministrazione americana guidata da barack obama. le sue iniziative imprenditoriali e il suo stile di lavoro e di leadership hanno suscitato passioni, diviso i media, anticipato la politica, irritato molti osservatori e spiazzato quei settori del sistema economico meno inclini alle scelte radicali. ma chi e` stato, in realta`, sergio marchionne? quali sono le ragioni del suo successo e i risvolti piu` interessanti e paradigmatici della sua storia personale? com`e` riuscito a impressionare il competitivo mondo globale dell`auto e - in un orizzonte piu` circoscritto - a scuotere l`immobilismo delle relazioni industriali italiane? e quale eredita` lascia alle nuov |