"il modo migliore per arrivare a istanbul sarebbe attraversando lentamente il mar di marmara fino a veder apparire une incomparable silhouette de ville...". questo libro e` il racconto, potremmo forse dire il romanzo di istanbul. protagonista e` una citta` eterna, prodigiosa, una citta` incarnata nelle sue stesse rovine. a comporne la trama sono le storie degli uomini e delle donne che l`hanno fondata, vissuta, abbandonata: storie piccole e insieme grandissime; a tenerle insieme sono le parole di un autore capace, come raramente accade, di fondere in un unico sguardo sapere e meraviglia. per secoli bisanzio, costantinopoli, istanbul, e` stata una meta ricercata, talvolta fraintesa, altre volte amata, sempre guardata con stupore gia` dalla prima apparizione del suo straordinario profilo contro il cielo d`oriente. quel crescente di luna, che non a caso figura sulla bandiera della repubblica turca, e` - e insieme non e` - la stessa luna che possiamo vedere in un qualunque cielo notturno europeo. come il particolare profumo della citta`, i suoni, i richiami dei marinai, le luci riflesse sono - e non sono - le stesse di un porto del nostro continente. a renderli diversi e` quella sensazione indefinita, quel contorno avvolgente, che una volta si chiamava "esotismo" e che ancora sopravvive. senza sottrarsi al fascino di quell`esotismo, augias ne solleva con garbo il velo per scoprire la sostanza piu` autentica della citta`, quella che il turista non sempre puo` o sa cogliere. |