"quale maleficio s`insinua nella depressione? chi decide che dobbiamo passare sotto le sue forche caudine, inermi e inerti, subendo e soffrendo? perche` la natura che ho sempre amato e onorato mi diventa ostile? perche` i libri, che sono la mia vita, perdono ogni interesse? perche` tengo alla larga gli amici e, quando mi sono vicini, e` come se fossero assenti? perche` la mattina non mi alzerei mai? perche` invidio l`ultimo clochard che incontro per strada, alla stazione, sui gradini di una chiesa? il `cane nero`, il `male oscuro`, e` un`ossessione senza fine, che non ti da` tregua, non si placa mai. una lancia che ti si conficca nel costato, un coltello che ti scalca il cuore. chi non conosce questo morso feroce ti esorta a farti coraggio. ma come ti puo` comprendere chi non e` mai entrato in questo antro infernale? esasperato e disperato, t`illudi di trovare uno sfogo nel pianto. versi, singhiozzando, tutte le lacrime che hai nel cuore, e vorresti morire. t`imbottisci di psicofarmaci, che ci vogliono, ma ben dosati: mai abusarne. l`effetto si fa sospirare e una mattina ti svegli con un`ansia che sfiora l`angoscia, ma che non e` angoscia. piano piano, impercettibilmente, le ante della tua finestra si dischiudono, ma non puoi ancora affacciarti. solo uno spiraglio, che vagamente fa filtrare un pallido raggio di luce. e l`inizio della rinascita. ma non illudetevi: ci vuole pazienza." |