nel "dilemma dell`onnivoro" michael pollan aveva smontato il pranzo che ci apparecchiamo ogni giorno, dimostrando che cosa realmente contenga, a dispetto di quanto dicono le etichette. in questo libro, che amplia e conclude il precedente, pollan va oltre, demolendo una credenza particolarmente pericolosa e ormai diffusissima, e cioe` che a renderci piu` sani e piu` belli non siano tanto le cose che mangiamo, quanto le sostanze che le compongono. nel mondo immaginato dai nutrizionisti, ricorda pollan, anziche` perdere tempo a sbucciare e fare a spicchi le arance basterebbe assumere una quantita` equivalente di vitamina c. ma accade invece che gli stessi nutrizionisti mettano improvvisamente al bando le componenti della dieta che fino a poche settimane prima avevano presentato come irrinunciabili, e che per paradosso gli stati uniti, cioe` il paese piu` ossessionato di qualsiasi altro dal terrore di mangiare qualcosa che fa male, o di non mangiare cio` che fa bene, si siano dati il modello alimentare piu` malsano e patogeno fin qui conosciuto. il rimedio? sarebbe semplice, sostiene pollan: non mangiare nulla che la nostra nonna non avrebbe mangiato. in altre parole, cibo, meglio se poco, e meglio ancora se verde. sarebbe semplice, cioe`, se non sconvolgesse il credo dell`industria piu` potente e insostituibile al mondo, quella agroalimentare. che, come dimostrano le violentissime polemiche gia` suscitate da questo libro alla sua uscita, non intende arrendersi neppure all`evidenza senza combattere. |