il riconoscimento - l`agnizione dei latini, l`anagnorisis dei greci - e` uno dei piu` grandi scandali della letteratura: ha luogo nell`azione drammatica, nel romanzo, nell`opera, nel cinema, e spesso scrittori maggiori e minori ne hanno fatto uso strumentale all`unico scopo di portare a conclusione la propria opera. e anche, pero`, un elemento centrale, come gia` rilevava aristotele, della tragedia e della narrazione complessa, perche` mette in scena l`affiorare della conoscenza: non in un processo teorico astratto, ma nella carne stessa, nei sentimenti, nell`intelligenza, degli esseri umani. questo libro esplora le scene e i temi del riconoscimento dalla letteratura antica a quella medievale e moderna: da omero e dalla sua odissea all`antico e al nuovo testamento; da eschilo, euripide e sofocle a shakespeare, da dante a t. s. eliot; dal "conte di montecristo" di dumas al "giobbe" di roth, dal "giuseppe e i suoi fratelli" di mann all`"ulisse" di joyce. in ogni capitolo a un testo antico fa riscontro una serie di testi moderni, mentre la teoria del riconoscimento segue il percorso parallelo da platone e aristotele ai padri della chiesa e a freud. riconoscere, dice euripide, e` un dio: il deflagrare della conoscenza tra persone che si amano, o si odiano, possiede la forza, la sublimita`, l`ilarita` che per pochi attimi ci fa provare la vertigine del divino. |