ancora una volta, dopo scrittori e saggisti di sensibilita` difforme e al di fuori del revival, pure nostalgico, di qualche decennio fa, e` data l`occasione di rinnovare l`interesse per qualche aspetto del tema "grande vienna", sulla base delle testimonianze di chi, in quella gia` gloriosa capitale imperiale, visse ed opero` prima e dopo la catastrofe del 1918. l`anniversario della cui preparazione, del resto, e` appena iniziato in questo 2014. e julius ritter von schlosser-magnino (1866-1938), dopo wickhoff, riegl e dvorak, l`ultimo maestro di un aspetto della cultura, la storia dell`arte, non privilegiato nelle piu` classiche ed autorevoli ricostruzioni storiche della realta` e del mito di cui, nel tempo, la capitale asburgica e` divenuta oggetto e soggetto. grande umanista di confine si potrebbe definire lo schlosser, il cui libro memorando e ben noto agli specialisti, ma forse dimenticato rispetto all`ineludibile "la letteratura artistica" - viene riproposto accompagnato da uno scritto autorevole di artur rosenauer, maestro di quella insigne scuola universitaria e di sandro scarrocchia, il piu` originale interprete italiano di quella stessa realta` accademica e culturale. |