grace covey ha trentanove anni, un marito di successo, mike, e due figli: jenny, che ha sedici anni e gambe lunghe da far girare la testa a uomini ammirati e a donne invidiose, e adam, un bambino di otto anni, sensibile e dolce, che legge di cavalieri buoni e si fa chiamare sir covey. grace non sa che la vita che ha conosciuto finora durera` meno di ventiquattro ore. un fumo nero e denso sporca il cielo limpido di una tranquilla giornata estiva e si alza da dove non dovrebbe: dalla scuola. adam e` fuori, salvo. vicino alla statua di bronzo davanti all`edificio singhiozza appoggiato a un`amica di jenny che lo tiene stretto. grace si concede un secondo, o forse due, di straziante sollievo, poi comincia a cercare jenny. caschetto biondo, alta, magra... non c`e` nessuno come lei, li` fuori. sul ponte che conduce alla scuola le sirene continuano a ululare quandi grace prende a correre. corre oltre la paura, oltre le fiamme, oltre il dolore, corre a sfidare l`incendio, perche` la sopravvivenza di una madre dipende da quella dei suoi figli. e nessun fumo che riempie la bocca e penetra nella gola e nei polmoni, nessun fuoco che fischia e sibila come un enorme serpente, nessun ruggito delle fiamme possono fermarla. grace e jenny vengono salvate dai pompieri e condotte d`urgenza in ospedale. la ragazza ha riportato ustioni gravissime e ha bisogno di un trapianto di cuore, mentre grace e` in coma. entrambe si trovano intrappolate in quel limbo che separa i vivi dai morti. |