queste pagine sfuggono a una semplice definizione: sono un corso di autostima, un racconto divertente, un diario involontario, un manuale intemperante. soprattutto sono vive, effervescenti, e fanno meglio - molto meglio - di una seduta dall`analista. fanno quello che farebbe una cara amica. se sei giu`, ti fanno venire voglia di metterti in ghingheri e uscire. se sei incline a guardarti l`ombelico, ti fanno venire il sospetto che la` fuori, in mezzo alla gente e alle cose che ancora non conosci, si giochi una parte importante della partita. viaggiare da sole significa buttarsi con curiosita` nei luoghi in cui capita di trovarsi per scelta, per lavoro, per fuga. significa cambiare valigia ("e` il trolley l`invenzione che piu` di ogni altra, pillola anticoncezionale inclusa, ha contribuito alla liberazione delle donne"); scegliere l`albergo giusto, mangiare a un tavolo per uno senza sentirsi tristi. anche da sole si puo` prendere un aperitivo sulla terrazza di un bar di istanbul guardando il bosforo. e dirsi che, certo, per mangiare le ostriche sarebbe meglio essere in due, ma in fondo la scelta peggiore e` non mangiarle affatto. e a poco a poco, grazie alla forza dei pensieri e della scrittura, le pagine di questo libro trasmettono un`energia davvero contagiosa, ti spingono a partire anche da fermo, preoccupandoti di aprire delle porte e non di chiudere casa. |