questo libro parla di quasi niente. di un quasi-niente che riguarda ogni essere umano e che, aduso com`e` al (diabolico?) camuffamento, ci giunge qui celato sotto la doppia maschera del morbo piu` celebre della storia e della finzione letteraria, che di quel morbo fa metafora, canto, fabula. le voci antiche e recentissime (da mccarthy a lucrezio, a camus, a poe, a leopardi...) che si susseguono e si richiamano "in eco" da queste pagine sono altrettante declinazioni di un`unica domanda, che e` poi il quesito fondamentale di ogni filosofia: perche`? perche` siamo al mondo, se dobbiamo morire? specie se la morte puo` arrivare nella forma di una catastrofica, immotivata e noncurante malattia che appare e scompare senza senso alcuno. una malattia che uccide, ma che puo` far di peggio, lasciando le sue vittime "solo" vive, nude e private di qualunque parvenza di civile umanita`. perche` anche l`umanita` puo` rivelarsi una maschera. siamo qui per scontare una colpa? magari solo quella di essere? e un`ipotesi amara, che pero` lascia spazio alla speranza, alla scintilla divina che scopre un senso possibile nel cuore stesso del non-senso. oppure non c`e` alcun destino e nessuna colpa? la natura e` una macchina demente, il cielo e` vuoto, e il niente la vince sul quasi-niente. |