fortemente nutrito di letteratura, con una giovanile vocazione alla scrittura, freud fa i conti tutta la vita con l`arte della narrazione. la storia dei suoi "casi clinici" e` una progressiva messa a punto di tecniche del racconto, dove diario, fiction, resoconto memoriale, racconto realistico e racconto polifonico in senso bachtiniano si alternano fra avanzamenti e ripensamenti continui. freud era legato a un`idea classica di narrazione, compiuta, ordinata per successioni temporali. ma quando arriva ai casi clinici della maturita`, come "l`uomo dei lupi", il montaggio del suo racconto analitico risulta qualcosa di molto diverso. come scrive lavagetto nel suo saggio introduttivo, "freud si trova preterintenzionalmente in sintonia con gli esiti di quella rivoluzione estetica che aveva messo in crisi la possibilita` di organizzare le storie in base al sistema della verosimiglianza, al gioco di cause ed effetti, all`alternarsi di aspettative, sorprese, riconoscimenti e scioglimenti. quella letteratura, quella venuta dopo la rivoluzione estetica e che trova la propria trionfale affermazione nei primi anni del novecento, puo` legittimamente vedere nella psicoanalisi un prodotto e un sintomo del declino irreversibile di un mondo. verranno a galla nuovi personaggi, una nuova figura di narratore e, soprattutto, nuove modalita` di narrazione nel progressivo e inesorabile dissolversi delle forme classiche". se freud e` uno dei padri del pensiero novecentesco, lo e` come teorico e come scrittore. |