a cinque anni di distanza dalla morte della madre louanne per una malattia polmonare causata da una vita di eccessi alcolici e tabagici, donald antrim guarda dentro; dentro la sua storia, la sua famiglia, il suo rapporto con la madre, polo eccentrico ed egocentrico del suo universo. ne nasce un memoir bizzarro e struggente, ora dolorosamente poetico ora amaramente comico, che non procede secondo un ordine lineare ma per balzi temporali e logici, alla maniera dei ricordi. e, come nei ricordi, il fuoco non sempre cade la` dove sarebbe prevedibile. l`obiettivo della memoria si stringe su un dettaglio inatteso, gli guadagna il campo intero, sfuma il quadro circostante. cosi`: "partendo da questo presupposto - la storia di mia madre e di me, di mia madre in me - cerchero` di raccontare un`altra storia, la storia del mio tentativo, nelle settimane e nei mesi che seguirono la sua morte, di acquistare un letto". la galleria di queste storie "altre" e` varia e magistralmente tratteggiata. include, appunto, la scelta e l`acquisto di un letto dux modello extra-lusso, e poi la sovrabbondanza babelica del bagagliaio di un`auto, la ricerca di un quadro-graal di assai dubbio valore, il giallo irrisolto di un doppio testamento, un kimono di seta zavorrato di bisogni; tutte storie in se` conchiuse, apparentemente autonome. eppure tutte puntano dritte al cuore di quel che non dicono: lo strazio di un figlio piu` volte orfano, con la fortuna di saper spostare la perdita e metterla in parole. |