"dimenticai il mio nome, la mia esistenza oggettiva, tutto quel che potremmo definire io o mio... piu` leggero dell`aria, piu` trasparente del vetro, totalmente libero dall`io, non ero in nessun luogo". cosi` l`autore descrive la prima esperienza di assenza della testa o non se` che doveva trasformare totalmente la sua vita e svilupparsi in una nuova via spirituale. partendo da un`immagine particolarmente efficace, `non ho la testa`, harding spinge il lettore ad abbandonare la concezione abituale del mondo e di se stesso, e ad affidarsi unicamente alle percezioni dei sensi, dopo aver purificato il proprio universo contaminato dagli strati accumulati di nomi, ricordi e associazioni, interpretazioni e manipolazioni. "la via senza testa", a differenza delle vie che uniscono la spiritualita` orientale alla psicoterapia occidentale, non si interessa di osservare deliberatamente i processi mentali, di sondaggi psicologici in quanto tali, di una meditazione tesa a riportare in superficie contenuti mentali rimossi, e neppure di calmare la mente. come lo zen, non si interessa dei molti aspetti e strati della mente, ma solo di arrivare alla sua essenza. |