"che ne e` stato di quella specie di euforia davanti all`ornato, del piacere di accogliere le bizzarrie e l`assurdo, del divertimento e della canzonatura mescolati alla decorazione che abbiamo creduto di intravedere come una componente della cultura e dell`allestimento delle dimore nel corso dell`eta` detta classica? una volta svilita e banalizzata la decorazione degli interni, la fantasia evapora per far posto, in tutto l`ottocento, alla pedanteria. se pero` ammettiamo che le "follie" della grottesca fanno parte di una tentazione permanente che rimbalza, di epoca in epoca, ci si deve chiedere che cosa sia diventata nell`arte questa propensione al comico. [...] l`arte detta moderna potrebbe essere interrogata a tal proposito nelle sue fondamenta e nel suo "subcosciente": aubrey beardsley, schnitzler, i disegnatori della secessione, esponenti dell`arte grafica in gran bretagna e in germania, meritano di essere interpellati. e perche` non andare oltre? nelle forme in sospensione, in lievitazione, in corso di metamorfosi di paul klee, nei giochi caricaturali pieni di ghirigori e di meandri dovuti alla penna di steinberg, e addirittura nei mobiles di calder, che disegna con l`aiuto di falsi rami metallici sinuosita` aeree affascinanti e impreviste..., si possono palesare legami familiari, reminiscenze, un bisogno di esilarante leggerezza, tutti impulsi e virtu` che nulla perdono se collegati nella prospettiva storica della grottesca ". |