carlos kleiber, ovvero l`enigma. sul podio emanava una gioia fisica incontenibile; ma, sul podio, ci andava il meno possibile. il suo approccio viscerale, dionisiaco, alle partiture, nasceva da una concertazione millimetrica, fatta di revisioni del testo e innumerevoli segni di arcate ed espressione apposti di suo pugno sulle parti. schiacciato dall`ombra di un padre gigantesco, il celebre erich, ripropose per tutta la vita quasi solo le partiture nelle quali egli aveva trionfato. piu` cresceva l`entusiasmo del pubblico di tutto il mondo, piu` lui si sentiva perplesso: incerto, sempre, dei risultati. la sua paura del successo lo trasformo` in un mito. il suo disinteresse per gli aspetti pratici, ne fece il direttore piu` pagato del mondo. la sua tecnica istintuale, di una perfezione irripetibile, lo faceva sentire un eterno principiante. ma soprattutto, kleiber sentiva su di se` il peso etico della musica. la responsabilita` di essere depositario: testimone di un mondo in declino. fu l`ultimo umanista della musica: nella sua aspirazione all`ideale, il tramonto dell`occidente divenne festa e, insieme, banchetto funebre. |