victoria de los angeles soprano, autentica primadonna malgre` soi possedeva innato il dono di saper risalire con trasparente fedelta` alle intenzioni del compositore. con un incontestato primato nel repertorio francese (manon, marguerite, me`lisande, carmen), si rendeva ammirevole anche in tanto puccini e, soprattutto, in una miriade di pagine cameristiche: in area mediterranea vanto` il merito di aver rimosso il lied dal limbo della musica in odore di snob e aver donato la levita` di vetrofanie art-nouveau agli eccessi di nuance e finesse di tanta letteratura vocale francese. ma fu nelle adorate composizioni della sua terra che riusci` a veicolare elementi antropologicamente elementari verso la cultura piu` alta, decantati del corpus vili a mezzo della sapienza del suo canto: qui la voce fluiva nobilmente serena, casta e, all`occorrenza, fremente ed incalzante, quasi a rispecchiare l`atteggiarsi delle discendenti dai grandi di spagna, o, colorandosi di melismi meridionali, di popolane e gitani, pur sempre governata da un superiore senso del limite e del buongusto. adulata dalla critica straniera, la piu` togata, da noi, nell`approccio all`opera italiana, non resto` invece esente da riserve. qui si procede a un primo bilancio della sua arte con partecipazione amorevole, pur senza abdicare alla doverosa oggettivita`. |