in questo libro di nathalie quintane, tradotto e curato per tic da michele zaffarano, le piantine di pomodori del titolo funzionano come altrettanti campi minati. associando presto queste piantine alle vicende dei giovani militanti arrestati nel novembre del 2008 con l`accusa di terrorismo (il famoso "caso tarnac"), l`autrice dissemina i propri desideri e le proprie indignazioni (identica battaglia) e avanza divagando tra riflessioni sulla politica, sul fascismo, sulla letteratura e su quanto la societa` si aspetta dagli scrittori e dalla loro voce. un testo a meta` strada tra la "poesia" e il saggio socio-filosofico in cui quintane offre dal proprio orticello di campagna un punto di vista ideale sul clima politico francese (e non solo). se alcuni cercheranno sicuramente di far rientrare questi nel grande insieme della "poesia in prosa", o in quello ancora piu` vasto di "romanzo", qualcun altro, invece, piu` avveduto e consapevole degli anni che passano, lo inserira` con maggiore accortezza fra i risultati piu` interessanti di quella che ormai non puo` che definirsi come "prosa in prosa". |