noncurante del "buonsenso", massimino segna il suo esordio su carta dopo alcune valide prove di narrativa pubblicate online. questi racconti, ambientati in una milano sospesa e in un`epoca indefinibile a cavallo del duemila, vedono un`umanita` variopinta e imprevedibile alle prese con le proprie sventure. una strana carovana popolata da punx indebitati fino al collo, diretti dove termina l`arcobaleno, genie di picchiatori da competizione avvinti dalla vita adulta e dai bar, ladri rubacuori prossimi all`exploit finale, disperati erotici al guinzaglio per capriccio o fedelta`. l`autore e` come se girasse in acido sulla circonvallazione del filobus 90 prendendo appunti, trasportando i personaggi al limite dell`improbabile, in una citta` in cui si avvistano sublimita` e abiezioni come manifestazioni massime dell`esistenza. faro estetico di queste storie e` quello di un "perduto" senza veli di malinconia o tristezza, dove si aprono radure che proseguono infinitamente, dopo le periferie. su questo fondale, la lingua e l`affabulazione di massimino non temono confronti, tinte dall`esuberanza, un filtro che restituisce a tinte fulgide e sgargianti una realta` tetra. la citta` e` ancora la nostra, quei volti li riconosciamo: popolano l`epica minuta di ogni eta`, la loro musa e` quella miserabile o pazzesca che presiede a una vita difficile ma verissima. |