
"questa non e` una storia dell`india. di quel paese, quando salpai alla sua volta, sapevo all`incirca quanto ricordavo dagli anni di scuola: che c`era stato un ammutinamento, per esempio, e che a vederlo sulla carta somigliava un po` a un cervino capovolto; rosa, perche` lo governavamo noi". intorno alla meta` degli anni venti, senza alcuna preparazione e nemmeno una vaga idea di quello che lo aspetta - unico requisito richiesto, oltre alla cittadinanza inglese, era la somiglianza con il vichingo olaf, personaggio leggendario di un romanzo di rider haggard -, il giovane ackerley decide di partire per l`india, accettando di rivestire l`improbabile ruolo di segretario privato del maharaja di chhokrapur: invisibile staterello che oggi sara` vano cercare sulle carte, "posto che sia mai esistito". infantile, lussurioso, ossessivo, smanioso di assoluto e occidentalista all`estremo, sua altezza assillera` ackerley con le domande piu` impensate e sulle questioni piu` insondabili, non ottenendo nient`altro che una serie di evasive risposte, ma trovando quello che forse, in fondo, cercava: un amico. degli incontri giornalieri con il maharaja e con gli altri non meno irresistibili personaggi che frequentano la sua corte e` fatto questo libro: piu` che un diario di viaggio, un`esilarante e indimenticabile commedia di costume, e insieme una preziosa testimonianza involontaria sull`india al tramonto della colonizzazione.

chi nasce oggi in una grande citta` - o anche in campagna - non ha molte occasioni per vedere animali, se non gli antichi testimoni della vita domestica: cani e gatti. ma gli animali continuano a visitarci, per lo meno nei sogni. e ci ricordano un`altra vita - ormai remota e lunghissima - in cui gli uomini erano stati una specie mescolata a molte altre. anche in cielo, le costellazioni dello zodiaco - il cui nome stesso significa luogo degli animali - disegnano la mappa di una zoologia che non cessa di manifestarsi. piu` di ogni altro fra coloro che hanno preso le mosse da jung, james hillman ha saputo interrogarsi su queste "presenze" e inchinarsi davanti al loro potere, come mostra questo libro, che e` una guida per chi voglia riconoscere che cosa sono gli animali in noi.

"balzac sembra un oste, joyce il contabile di un`impresa di pompe funebri, eliot il direttore di una clinica psichiatrica, e heinrich mann un farmacista che abbia appena deciso di avvelenare i suoi concittadini senza eccezione": sono le considerazioni suggerite alla szymborska dalla lettura di un piccolo dizionario degli scrittori di tutto il mondo. o meglio: dall`apparato iconografico, giacche` e` su quello che si e` concentrata tutta la sua attenzione. difficile immaginare un recensore piu` idiosincratico, inaffidabile, parziale. e piu` irresistibile. le sue, d`altro canto, non sono neppure recensioni: piuttosto, letture "non obbligatorie", rapporti di un`impagabile lettrice amatoriale. che ad ogni libro che le capiti fra le mani - libri che altri disdegnerebbero, del genere il guinness dei primati del cinema - sa guardare da un`angolatura che ci spiazza e ci conquista. chi se non la szymborska ammetterebbe, con disarmante franchezza, di aver colto, nei sette stati della materia, solo qualche frase, e saprebbe poi trasformare la sconfitta in una geniale riflessione sullo snobismo di chi coltiva "l`antica aspirazione a sapere tutto, sia pure a grandi linee"?

alex gioia e` uno dei piu` famosi cantanti italiani. la sua vita, baciata dal successo, e` attraversata da un cruccio che lo tormenta: non aver potuto vivere fino in fondo la sua storia d`amore con greta, una ragazza piu` giovane di lui, conosciuta durante un evento a napoli. alex e greta si sono rincorsi, si sono sfiorati, ma il momento per loro non e` stato mai quello giusto. da qualche tempo alex si e` trasferito a parigi, per riprendere fiato in una citta` in cui non conosce nessuno e nessuno lo conosce, per ritrovare la sua ispirazione perduta. un giorno, in metro`, si incuriosisce osservando una donna che scende sempre a fermate diverse con persone diverse, facendo delle bolle di sapone. ne resta affascinato, si presenta e si ritrovano a parlare di occasioni mancate e di rimpianti. improvvisamente nirvana, questo e` il nome della ragazza, offre ad alex un dono: un tubo di bolle di sapone. un tubo magico, gli spiega, e ogni volta che soffiera` potra` tornare a un giorno del suo passato, e cambiarlo. ma ogni viaggio avra` un prezzo. per ogni tentativo fatto per tornare indietro nel tempo, alex dovra` dare in cambio un arino della sua vita. un anno per un giorno. alex torna all`albergo in cui vive, credendo sia uno scherzo. finche`, ripensando a greta, non osserva il tubo e viene preso dalla voglia di soffiare. e se nirvana avesse detto la verita`? se davvero il passato si potesse cambiare?

johnny, la resistenza e le langhe sono i tre protagonisti a pari titolo di questo romanzo, trovato tra le carte di fenoglio dopo la morte. cronaca della guerra partigiana, epopea antieroica in cui l`autore proietta la propria esperienza in una visione drammatica, il partigiano johnny rivela un significato umano che va ben aldila` di quello storico-politico. dalla formazione delle prime bande fino all`estate del `44 e alla presa di alba seguiamo l`odissea di johnny e dei suoi compagni fra gli ozi forzati nei casali, le imboscate contro gli automezzi fascisti, le puntate per giustiziare una spia in pianura, le battaglie campali, i rapporti tra le varie formazioni ribelli.

apparso per la prima volta nel 1979, "centuria" viene ripresentato in un`edizione che affianca agli originali "cento piccoli romanzi fiume" non solo trentuno "altre centurie", ma anche sette racconti scartati da manganelli nel corso dell` elaborazione dell`opera. arricchisce il volume il saggio che italo calvino scrisse nel 1985 per presentare al pubblico francese la traduzione di "centuria".

storia di un delitto avvenuto a menzago nel 1931, nel quale la vittima e una giovane maestra. il suo destino, in un tardo pomeriggio di maggio, si fa buio e lei vi entra da sola, lungo il tragitto che percorre ogni giorno, dopo aver terminato il lavoro di insegnante elementare nel vicino paese di albizzate. i sospetti cadono su un introvabile ciclista, alla cui ricerca e rivolto l`operato degli inquirenti, col solerte contributo della popolazione. da un certo istante in poi sulla vicenda cala il silenzio e la verita` sembra farsi strada in modo spontaneo, portata dalla voce della gente che pone sull`evento quel sigillo di autenticita` e di giustizia che non sono mai state rese note ufficialmente.

al centro di questo racconto due romantiche e tormentate storie d`amore quella di sophie e edouard lefevre in francia durante la prima guerra mondiale e, circa un secolo dopo, quella di liv halston e suo marito david. "luna di miele a parigi" - uscito in inghilterra solo in ebook - si svolge alcuni anni prima degli eventi narrati nel romanzo "la ragazza che hai lasciato," quando le due coppie si sono appena sposate. sophie, una ragazza di provincia, si ritrova immersa nell`affascinante mondo della belle e`poque parigina ma si rende conto ben presto che amare un artista apprezzato come edouard implica qualche spiacevole complicazione. circa un secolo piu` tardi anche liv, travolta da una storia d`amore appassionante, scopre pero` che la sua luna di miele parigina non e` la fuga romantica che aveva sperato...

come i suoi maestri vittorini e sciascia, consolo si e` dedicato a un`instancabile attivita` militante, su quotidiani e periodici. questo volume raccoglie cinquantadue brevi scritti, tra cui alcuni preziosi inediti, racconti - come li definiva l`autore - che coprono un arco di piu` di cinquant`anni, ripercorrendo il suo itinerario di scrittore e toccando tutti i temi a lui piu` cari. in un`intensa galleria sfilano davanti ai nostri occhi vividi quadri dell`infanzia in sicilia e della giovinezza a milano, ritratti ironici o feroci della societa` e del mondo culturale italiano; viaggi nella storia, nel paesaggio, nell`arte di una sicilia amata con dolorosa consapevolezza; interventi precisi, affilati sul nostro tempo, che testimoniano un appassionato impegno civile. i lettori di consolo troveranno pagine sorprendenti per freschezza e immediatezza e testi che gettano nuova luce sui suoi capolavori: l`articolo su aleister crowley che e` la lontana premessa a "nottetempo, casa per casa"; la rievocazione della mozia di retablo scoperta nel primo affacciarsi alla vita adulta; il ricordo di quella palermo martoriata che e` al centro dello spasimo; lo sguardo critico sul risorgimento che informa "il sorriso dell`ignoto marinaio". chi si avvicina per la prima volta a consolo scoprira` la sua lingua ricca di storia e di sapori e il ritmo musicale della sua prosa, la sua capacita` di raccontare la societa` italiana attraverso la lente di un giorno come gli altri...

enne 2, un partigiano che vive la resistenza a milano nel 1944, e` tormentato dall`amore impossibile per una donna sposata, berta. disperazione sociale ed esistenziale lo spingeranno a un`ultima, suicida impresa di guerra. composto durante la resistenza, nel momento, cioe`, dell`intensa partecipazione di vittorini alla lotta antifascista, "uomini e no" riflette l`insanabile rapporto tra umanita` e violenza, uomini e sedicenti tali: a sottolinearlo, alcuni brevi capitoli di riflessione nei quali l`autore affronta la stessa situazione da punti di vista diversi, imponendo all`attenzione del lettore le molteplici realta` in cui l`uomo e` condannato a vivere.


la condanna tutta umana al lavoro inizia per vitaliano trevisan a quindici anni, quando una sera a cena chiede al padre una bicicletta nuova, da maschio, perche` girare con quella della sorella maggiore significa essere preso in giro dai compagni. per tutta risposta, il padre lo porta nell`officina di un amico che stampa lamiere per abbeveratoi da uccelli: "cosi capisci da dove viene", gli dice, alludendo al denaro. inizia per l`autore una "carriera" che e` un succedersi di false partenze: dal manovale al costruttore di barche a vela, dal cameriere al geometra, dal disoccupato al gelataio in germania, dal magazziniere al portiere di notte, fino allo spaccio di droga e al furto, "un commercio che obbedisce alle stesse fottute regole di mercato". trevisan racconta gli anni settanta schiacciati tra politica ed eroina, cui sembra essere sopravvissuto quasi per caso, la storia di un matrimonio e della sua fine, le contraddizioni del mondo della cultura - dove per ironia della sorte la frase piu ripetuta e` "non ci sono soldi", la stessa che gli propinava il padre - e la sofferenza psichica, il percorso pieno di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.

questo romanzo trasgressivo e ricchissimo ci restituisce il disagio della pace in agonia in francia, nell`europa, nel mondo alla vigilia della seconda guerra mondiale.

sono ventuno gli elementi chimici che danno il titolo ai racconti di questo libro, e ventuno i capitoli di un autobiografia che per affinita` e accostamenti corre sul filo di una storia personale e collettiva, affondando le radici nell`oscura qualita` della materia, raccontando le storie di un mestiere "che e` poi un caso particolare, una versione piu` strenua del mestiere di vivere".

e un libro sul matrimonio, sulla morale familiare, sulla violazione delle convenzioni sociali, sulla necessita` del sacrificio di chi le viola. l`ineluttabilita` del finale tragico rinvia all`idea goethiana che dietro alle passioni degli uomini vi siano solo forze insondabili e beffarde che sfuggono alle ragioni della societa` e della storia. le affinita` elettive sono una storia tragica: alla tragedia della passione, alla natura trionfante si puo` opporre solo l`etica della rinuncia laica, la pace inviolabile del tempo e della morte nella cappella gotica dei due amanti.

"oggi, a quasi cinquant`anni dalla pubblicazione, questo celebre resoconto di un semplice sottoufficiale alpino che si trova a combattere nel settore centrale del fronte russo, proprio quando l`esercito dell`unione sovietica sferra il suo potente attacco demolitore, acquista rilievo speciale. man mano che i fatti narrati si allontanano nel tempo, il diario del sergente diventa piu` intenso e assume i caratteri dell`esperienza perenne. la testimonianza scritta, rispetto agli eventi storico-geografici da cui e` scaturita, intrattiene lo stesso rapporto che potremmo supporre fra la moneta e il suo conio." (dalla postfazione di eraldo affinati)

si dice che raccontare la propria vita serva a comprenderla. ci sono esperienze, pero`, su cui le parole non hanno presa: si puo` solo "soffrirle" una seconda volta sulla propria pelle. i criminali siberiani le loro vite se le portano addosso, incise dalla mano esperta del kol`sik: sacerdote e custode della tradizione, il tatuatore e` l`unico a comprendere fino in fondo la lingua arcana dei simboli. ma i tatuaggi, mentre raccontano delle storie, ne creano altre: generano incontri ed equivoci, stabiliscono legami, decidono, a volte, della vita e della morte. ed e` attraverso questo vortice di storie che nicolai lilin ci conduce dentro la tradizione dei "marchi" siberiani. sei racconti diversissimi - comici o disperati, violenti, romantici, rocamboleschi - nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi memorabili di "educazione siberiana" la banda di minorenni capitanata da gagarin, il colossale mei, nonno boris e gli altri vecchi fuorilegge di fiume basso - e ne incontriamo di nuovi: oliva, che spara come un sicario e si porta sempre appresso la foto di una donna; styopka con il suo amore impossibile; pelmen, che paghera` caro un tatuaggio sbagliato nel posto sbagliato; e ancora kievskij, criminale di seme nero; il vecchio hippy batterista in perenne lotta con una direttrice dittatoriale; il terribile treno e la virginale cristina. a fare da filo rosso, c`e` la voce inconfondibile di nicolai "kolima" e la storia della sua formazione da tatuato.






michele e` un bambino grasso, che ha come unico amico il frigo frig. la mamma di michele e` una donna molto bella, magra e in perfetta forma e non accetta il corpo di suo figlio, non riesce a capire per quale motivo sia cosi` grasso: piu` fa ginnastica, piu` michele ha fame. lei non puo` sapere che frig racconta delle bellissime storie e che la solitudine di michele sembra meno brutta quando lo apre. frig, un giorno, decide che anche michele e` un eroe e lo nomina cavaliere con il nome di cuore di ciccia. la mamma decide di rinchiudere michele all`istituto acciughini, un luogo dove i bambini diventano magri come grissini, e da quel momento... eta` di lettura: da 10 anni.

luglio 1996. un viaggio estivo in croazia porta il protagonista, insieme a un amico, fino a mostar e a sarajevo per toccare con mano i segni di una guerra non ancora finita. attraversando con una panda le montagne bosniache, bertante racconta le devastazioni e le paure del conflitto balcanico. durante questo avventuroso viaggio, il narratore si mette a nudo con coraggio, raccontando la sua generazione cresciuta negli anni ottanta, un serpente che vediamo snodarsi attraverso le canzoni, i film, l`abbigliamento, la trasformazione di milano, l`esplosione delle tv commerciali, la new wave e i centri sociali, fino alla mattanza delle droghe pesanti e alla tragedia dell`aids. "gli ultimi ragazzi del secolo" e` un romanzo crudo e potente dove la memoria di un adolescente randagio e ribelle si fonde con la dolorosa presa di coscienza di un giovane uomo di fronte al dramma della storia.

"in nessun libro recente il dolore e l`angoscia, il dato umano che e` all`origine della creazione, sono apparsi cosi` evidenti... "conversazioni in sicilia" ha un valore assoluto di allegoria, unica allegoria possibile del sentimento, discorso in cui gli uomini e le cose portano segni a noi familiari e tuttavia sono sempre molto remoti, oltre i limiti della cronaca." (giaime pintor)

max e` solo. dopo la morte del suo amico kevin, che era diventato il suo cervello e il suo compagno inseparabile ma poi stroncato da una malattia progressiva e incurabile, non ha piu` nessuno che creda in lui, a parte il nonno e la nonna, sempre piu` anziani. grande e grosso, un po` lento nei gesti, max e` oggetto di continue beffe da parte dei compagni. diventa amico di una ragazzina soprannominata topo perche` legge tantissimo (un topo di biblioteca). topo e sua madre sono maltrattate dal patrigno, un falso pastore evangelista, ma la colpa dei maltrattamenti ricade su max. lui e topo fuggono insieme decisi a ritrovare il vero padre della ragazzina. eta` di lettura: da 10 anni.

ogni volta che siamo stressati, presi dall`ansia, preoccupati, impauriti, oppure molto stanchi o affannati, tendiamo a irrigidirci, a stare sulla difensiva perdendo lucidita` ed equilibrio, quando invece l`unica cosa che dovremmo fare per sentirci meglio e` respirare. respirare e` un`azione che compiamo costantemente, senza prestare attenzione, ma se impariamo a osservare il respiro, a osservare noi stessi, ne trarremo immensi benefici sia fisici sia emotivi. e proprio per questo che gabriella cella, maestra di yoga, ha raccolto qui 40 esercizi molto semplici alla portata di tutti, che possiamo eseguire ovunque e in qualsiasi momento della giornata. ne propone sia di mirati, a cui ricorrere nell`emergenza, sia di finalizzati al benessere piu` completo, a lungo termine. ogni esercizio e` presentato primo di tutto attraverso i benefici che apporto al corpo (puo` abbassare la pressione, tonificare i muscoli del viso e distendere le rughe, alleviare i dolori alla schiena, far scomparire la fatica, aiutare a combattere raffreddore o sinusite...) e alla mente (puo` donare una sensazione di gioia e benessere, favorire la concentrazione, scacciare i pensieri e far ritrovare la calma); la pratica e` poi spiegata passo dopo passo, anche con l`aiuto delle illustrazioni, per renderne facilissima l`esecuzione.

molenbeek-saint-jean, il "piccolo marocco" di bruxelles: e` qui che sono nati i drammatici attentati che hanno sconvolto l`europa prima a parigi e poi nella stessa bruxelles, ed e` qui che hind fraihi, giornalista d`inchiesta d`origine marocchina, ha vissuto sotto copertura. questo libro e` il lucido resoconto dei mesi trascorsi nel centro del radicalismo islamico europeo, la testimonianza coraggiosa delle leggi, dei contrasti e dei risentimenti che scandiscono la vita a molenbeek: imam inneggianti alia jihad, donne costrette al silenzio e all`invisibilita` del burqa, reclutatori impegnati a cercare nuove leve per i conflitti in medio oriente, giovani perduti tra disoccupazione, poverta` e rabbia contro l`occidente. un`inchiesta che colpisce allo stomaco e ci fa guardare negli occhi gli estremisti nati e cresciuti accanto a noi, nel cuore stesso dell`europa. e ci costringe a fare i conti con le nostre responsabilita`.


un concessionario di macchine di lusso freddato nel suo salone. una escort "morta male", torturata fino alla fine, nel suo studio del centro cittadino piu` opulento. un "morto" che viene a riprendersi un tesoro. una donna che sembra vissuta piu` volte. un passato cattivo che ritorna e lascia misteriosi indizi sulla pista. e in esso la polizia cerca risposte a domande che appaiono impossibili. mentre un vento insopportabile stranamente inquieta l`inverno delle strade. stavolta carlo monterossi, il detective per caso della nuova milano nera vividamente dipinta da alessandro robecchi, e` un detective per rabbia. lo tormenta un senso di responsabilita`, benche` involontaria, nel delitto; ma soprattutto, con anna - cosi` si chiamava la bella di via borgonuovo - aveva vissuto un momento di sincerita` totale, di quelli che chiariscono l`anima al pari di un`amicizia duratura. il suo debito di verita` e giustizia, per una volta, si incontra con un paio di poliziotti che condividono la stessa tenerezza verso una vittima che sporge sulla coscienza come fantasma gentile: "se troviamo chi ti ha fatto male te ne vai, vero, signorina?". e verra` alla luce qualcosa che stride brutalmente con la vita da autore di reality televisivi che da` a carlo fama e soldi.

guy haines e charles anthony bruno si trovano per caso a viaggiare nello stesso vagone di un treno diretto verso sud. per vincere la noia del viaggio cominciano a parlare e a raccontarsi vicende sempre piu` personali. e cosi` i due viaggiatori scoprono di vivere due situazioni assai simili. guy vuole divorziare dalla moglie per risposarsi, mentre charles deve liberarsi di suo padre. a un certo punto charles chiede a guy: "hai mai avuto voglia di ammazzare qualcuno?" da questa fatidica domanda prendera` l`avvio un`inquietante vicenda al limite del surreale, il cui esito, secondo il piano preciso di charles, sarebbe stato un duplice omicidio in cui ciascuno avrebbe dovuto uccidere per l`altro.

si racconta che quando ascolto` il famoso appello di john fitzgerald kennedy alla radio nel 1961 - "non chiedete che cosa il vostro paese puo` fare per voi; chiedete che cosa potete fare voi per il vostro paese" - patricia highsmith si alzo`, ando` in cucina, e diede da mangiare ai suoi gatti. per la regina del thriller, i gatti non sono stati solo compagni di vita, ma irresistibili tentazioni letterarie: i testi raccolti in questo volume illuminano con le tinte del giallo animali apparentemente innocenti, in realta` diabolici eredi dei felini che hanno imperversato a piu` riprese nella storia della letteratura, sulla scia di poe, colette, bulgakov e molti altri. "i gatti hanno sempre un che di malizioso dietro le loro espressioni composte" scrive patricia highsmith, e inseguendo quello sguardo misterioso ci regala un`indagine sorprendente sul rapporto che gli uomini hanno con i loro amici piu` infedeli.

virgilio, per la raffinatezza della sua tecnica e per la sua originalita` rispetto ai modelli precedenti, veniva considerato gia` dai suoi contemporanei come il piu` grande autore latino. le successive epoche del mondo antico, il medioevo, la modernita` hanno definitivamente consacrato il suo ruolo di poeta per eccellenza e di maestro spirituale dell`umanita`: ruolo fondato da un lato sul "bello stile" che dante si vanta di aver appreso da lui, dall`altro sulla concezione dell`eroismo, e della vita umana in generale, come limpida e sofferente acquiescenza alla volonta` immotivata del fato. questo volume - a cura di guido paduano, uno dei piu` profondi studiosi del mondo classico offre tutte le opere di virgilio (i tre capolavori e le composizioni per lo piu` apocrife raccolte nella cosiddetta appendix vergiliana) con una nuova e raffinata traduzione, con uno straordinario apparato critico (un ricco commento, preceduto da una chiara introduzione) e con un rigoroso testo latino a fronte: l`edizione delle georgiche e dell`eneide e` quella stabilita per la "bibliotheca teubneriana" da gian biagio conte, mentre le edizioni delle bucoliche e dell`appendix sono quelle degli "oxford classical texts", curate rispettivamente da h.a.b. mynors e da un`e`quipe di specialisti. un`occasione per rileggere integralmente un grande classico che suscita ancora oggi intense emozioni.

nel 1804, quando john barrow ascende al soglio di secondo segretario dell`ammiragliato britannico, sulle carte dei di li` a poco sudditi di vittoria spicca ancora un numero allarmante di zone bianche. alcune - l`australia, e anche l`antartide - per il momento potevano rimanere tali, ma in altre si annidavano enigmi da sciogliere quanto prima, data l`importanza strategica loro attribuita: il vero corso del niger, ad esempio, e l`esistenza o meno di un passaggio a nordovest. su entrambi barrow aveva idee spesso sbagliate, ma comunque chiare: e, soprattutto, la possibilita` di realizzarle. quindi, muovendosi dalla scrivania cosi` di rado che in occasione del congedo i superiori, convinti che non potesse separarsene, gliene fecero dono, barrow trascorse i quarant`anni del suo regno a montare un impressionante numero di spedizioni verso il polo o l`equatore. difficilmente quelle avventure scampavano al disastro, al grottesco, o a una miscela variabile di entrambi. eppure, ognuna contribui` alla maggior gloria del loro mandante, a tempo perso consulente del piu` importante editore inglese di viaggi, john murray, quindi censore alquanto arcigno e non del tutto spassionato dei resoconti con cui i suoi ragazzi, portata a casa la pelle, speravano di arrotondare una paga piuttosto misera. la lunga, entusiasmante, divertentissima storia di caratteri leggendari come parry, ross e franklin - dei loro sogni, delle loro imprese, della loro follia - e` stata sempre raccontata come un`epopea.

"in un certo periodo della mia vita sono stato cristiano" scrive emmanuel carre`re nella quarta di copertina dell`edizione francese del regno. "lo sono stato per tre anni. non lo sono piu`". due decenni dopo, tuttavia, prova il bisogno di "tornarci su", di ripercorrere i sentieri del nuovo testamento: non da credente, questa volta, bensi` "da investigatore". senza mai dimenticarsi di essere prima di tutto un romanziere. cosi`, conducendo la sua inchiesta su "quella piccola setta ebraica che sarebbe diventata il cristianesimo", carre`re fa rivivere davanti ai nostri occhi gli uomini e gli eventi del i secolo dopo cristo quasi fossero a noi contemporanei: in primo luogo l`ebreo saulo, persecutore dei cristiani, e il medico macedone luca (quelli che oggi conosciamo come l`apostolo paolo e l`evangelista luca); ma anche il giovane timoteo, filippo di cesarea, giacomo, pietro, nerone e il suo precettore seneca, lo storico flavio giuseppe e l`imperatore costantino - e l`incendio di roma, la guerra giudaica, la persecuzione dei cristiani; riuscendo a trasformare tutto cio`, e` stato scritto, "in un`avventura erudita ed esaltante, un`avventura screziata di autoderisione e di un sense of humour che per certi versi ricorda brian di nazareth dei monty python". al tempo stesso, come gia` in "limonov", carre`re ci racconta di se`, e di sua moglie, della sua madrina, di uno psicoanalista sagace, del suo amico buddhista, di una baby-sitter squinternata, di un video porno trovato in rete, di philip k. dick...

i quattro scritti qui raccolti sono la lettera di congedo che oliver sacks ha voluto indirizzare ai suoi lettori, dapprima rendendoli partecipi delle proprie sensazioni di fronte alla soglia degli ottant`anni, e piu` tardi informandoli, con perfetta sobrieta`, di essere affetto da un male incurabile. ma non ci si inganni: sono pagine vibranti di contagiosa vitalita` quelle che sacks ci regala, dove piu` che mai si respirano freschezza, passione, urgenza espressiva. come quando, riflettendo sulla vecchiaia, rivela di percepire "non una riduzione ma un ampliamento della vita mentale e della prospettiva"; o quando si ripromette, nel breve tempo che gli resta, di "vivere nel modo piu` ricco, piu` intenso e piu` produttivo possibile"; o quando racconta di aver visitato, fra una terapia e l`altra, il centro di ricerca sui lemuri della duke university: "... mi piace pensare che, cinquanta milioni di anni fa, uno dei miei antenati fosse una piccola creatura arboricola non troppo dissimile dai lemuri odierni"; o quando, pochi giorni prima della morte, contemplando la sua vita dall`alto "quasi che fosse una sorta di paesaggio", ne rievoca i momenti essenziali: del tutto simile, in questo, a un filosofo da lui molto amato, david hume, il quale, appreso di avere una malattia mortale, scriveva nella sua breve autobiografia: "e difficile essere piu` distaccati dalla vita di quanto lo sia io adesso".

chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sara` trovato a chiedersi almeno una volta perche` le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione piu` semplice - e cioe` non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. a tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. non e` infatti la fragile e indifesa eleanor vance a scegliere la casa, prolungando l`esperimento paranormale in cui l`ha coinvolta l`inquietante professor montague. e la casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, eleanor vance.

alle vedove dei grandi scrittori tocca spesso in sorte di trasformarsi in vestali per mantenere la memoria del caro estinto al riparo da scandali e pettegolezzi. la signora driffield lo sa bene. se poi al momento di individuare un agiografo affidabile, la scelta ricade su un uomo come alroy kear, astro nascente della scena letteraria, il minimo che possa accadere e` che dal passato del riverito edward driffield riemerga almeno un fantasma, che ha le sembianze della prima signora driffield, rosie. da questo spunto maugham ha tratto una feroce e divertente commedia di costume. alla sua uscita, nel 1930, quando molti riconoscevano nei personaggi tutte le leggende viventi dell`epoca, da hardy a walpole, il libro suscito` enorme scandalo.

molti hanno pensato e continuano a pensare che possiamo percepire direttamente soltanto le nostre esperienze soggettive e mai oggetti e stati di cose del mondo. per john searle questo e` un errore tra i piu` grandi, da cui scaturisce gran parte delle confusioni che hanno contraddistinto la storia della filosofia della percezione. se l`unica realta` per noi accessibile e` quella delle nostre esperienze private, illusioni e allucinazioni hanno il medesimo status delle percezioni del mondo reale. questo rende impossibile capire come il puro carattere esperienziale delle percezioni determini cio` che riteniamo di stare percependo, cioe` come la fenomenologia fissi il contenuto percettivo. per searle possiamo dare un taglio netto agli errori del passato accettando il realismo diretto, la posizione secondo cui e` possibile percepire direttamente oggetti e stati di cose del mondo.

questa non e` utopia.smettiamola di non realizzare cose belle per paura di essere definiti sognatori.cosa c`e` di male nel desiderare una scuola migliore e nuovi paradigmi che la rendano piu` bella e piu` felice e anche piu` proficua?proviamo, allora, a pensare alla scuola come un luogo di possibilita`.un grande "parco giochi" nel quale le menti, i cuori e le anime possano giocare a sviluppare i propri talenti, allenare le proprie emozioni, fortificare le abilita` e prepararsi per la seconda parte della vita: quella di adulti che dovranno portare il loro meglio nella societa` attraverso il loro lavoro.certo, le difficolta` economiche non aiutano, il precariato e tanti altri innegabili problemi esistono. ma crediamo di produrre effetti positivi pensando negativo e cercando sempre quello che non va? non e` giusto cedere a facili disfattismi. questo lavoro e` una proposta, un tentativo concreto di portare nelle scuole, attraverso un ampio e articolato supporto metodologico, pratiche di educazione alla felicita`.praticare la risata vuol dire spezzare gli schemi negativi. quando pensiamo a una situazione in chiave positiva diventiamo capaci di prendere decisioni migliori e influenzare il nostro corpo e il nostro comportamento. cosi` non solo cambiamo noi stessi, ma in fondo trasmettiamo un`energia positiva che cambia il mondo.e non e` queste la missione della scuola?

sotto il pavimento di una vecchia villa vivono gli sgraffignoli, esseri non piu` alti di un mignolo che passano la loro vita "sgraffignolando" o, come dicono loro, "prendendo in prestito" gli oggetti e il cibo necessari all`esistenza quotidiana. un tappo di champagne per loro e` uno sgabello, un francobollo un quadro d`autore e un pezzo degli scacchi una statua a grandezza naturale. non sono banali folletti, ma piccolissimi uomini e piccolissime donne terribilmente veri: un padre, una madre e una figlia adolescente, arietta, smaniosa di uscire dal soffocante appartamento costruito sotto il pavimento. quando pero` arietta viene vista da un bambino in vacanza alla villa, si scatena il panico in tutta la famiglia: perche` per gli sgraffignoli essere visti significa la fine. eta` di lettura: da 10 anni.

tutto cio` che voleva era li`, tangibile davanti a lui, come il mondo fatato di una pantomima di natale, ma c`erano spiriti beffardi che montavano di guardia alle porte, e, mentre la pioggia gli soffiava sul viso, paul si chiedeva se il suo destino non sarebbe per sempre stato quello di rimanersene la` fuori a osservare cio` che desiderava tremando nella notte scura.

tutto sembra tranquillo alla periferia di indianapolis, quando eleanor hilliar sente suonare alla porta di casa: non sa che la sua vita sta per trasformarsi un orribile incubo... i fratelli glenn e hank griffin con il loro complice rob in fuga dal carcere federale di terre haute, prendono in ostaggio l`intera famiglia hilliard: quelle che seguono sono ore disperate, scandite da un crescendo di tensione e di colpi di scena, e dalla rabbiosa contrapposizione tra un onesto padre di famiglia e una banda di balordi senza futuro. il romanzo ha visto una trasposizione teatrale di grande successo, interpretata a broadway da paul newman prima del suo esordio cinematografico. nel 1956 william wyler ne trasse un celebre film con fredric march e humphrey bogart, e nel 1990 segui` un remake diretto da michael cimino e interpretato da anthony hopkins e mickey rourke.

un ragazzo di buona famiglia, una babysitter tedesca e una moto guzzi del 1953 sono gli ingredienti di una storia che si svolge in toscana nell`estate del 1977. e una storia breve e intensa che dura solo due giorni, due giorni perfetti. completano il volume una serie di racconti in cui l`autore esplora i motivi i`ella sua ispirazione e sperimenta varie forme di scrittura.

eta` di lettura: da 12 anni.

quest`opera si inserisce in un progetto molto ampio che vede coinvolte la cooperativa dei pescatori in tutti i ruoli attivi. obiettivi sono lo studio e la realizzazione di un modello per il rilancio dell`economia del lago di varese. ernesto giorgetti e` pescatore sul lago di varese da una vita. curioso osservatore delle cose della natura e delle scienze, ha spesso interpretato, anche in anticipo sui tempi, gli equilibri di evoluzione del lago e dei suoi abitanti. tra le sue opere: fonte fuoco fumo, dialoghi fra un contadino e un lupo, confesso che ho pescato, come io vedo il lago, osteria della rosa, mara e charlie.

non una biografia, ma un saggio stimolante che invita alla curiosita`, passando in rassegna l`intera opera di massimo bubola: canzoni, racconti, traduzioni, romanzi, interviste. il percorso artistico e culturale del songwriter veronese e` raccontato, esaminato non necessariamente in ordine cronologico o per dischi prodotti, ma per tematiche raggruppate e scandito dai ritmi e dai tempi della memoria dell`autore del saggio. il titolo esprime nell` "ombrello d`eternita`" la citazione di un verso della ballata l`alba che verra`, contenuta nel disco prodotto da massimo bubola nel 2014 il testamento del capitano; gia` nella titolazione si vuole precisare quella che e` la caratteristica principale della poesia buboliana, vale a dire, la tensione, la speranza d`eternita` che i testi suggeriscono e verso cui e` indirizzato l`itinerario artistico percorso dal songwriter veronese.

tra il 1978 e il 1990, mentre in unione sovietica il potere si scopriva fragile e una certa visione del mondo si avviava al tramonto, andrej cikatilo, marito e padre di famiglia, comunista convinto e lavoratore, mutilava e uccideva nei modi piu` orrendi almeno cinquantasei persone. le sue vittime bambini e ragazzi di entrambi i sessi, ma anche donne - avevano tutte una caratteristica comune: vivevano ai margini della societa` o non si sapevano adattare alle sue regole. erano insomma simboli del fallimento dell`idea comunista, sintomi dell`imminente crollo del socialismo reale. questo libro, sospeso tra romanzo e biografia, narra la storia di uno dei piu` feroci assassini del novecento attraverso la visionaria, a tratti metafisica ricostruzione della confessione che egli rese in seguito all`arresto. e fa di piu`. osa raccontare l`orrore e il fallimento in prima persona: cikatilo, infatti, in questo libro dice "io". e lui stesso a farci entrare nella propria vita e nella propria testa, a svelarci le sue pulsioni piu` segrete, le sue umiliazioni e ossessioni. "il giardino delle mosche" e` un libro lirico e crudele allo stesso tempo: la storia di un`anima sbagliata, una meditazione sul potere e la sconfitta e, soprattutto, una discesa impietosa fino alle radici del male.

"cari amici, non sono venuto in kirghisia per mia volonta` o per trascorrere le ferie, ma per caso. improvvisamente ho assistito al miracolo di una societa` nascente, a misura d`uomo, dove ognuno sembra poter gestire il proprio destino e la serenita` permanente non e` un`utopia, ma un bene reale e comune. qui sembra essere accaduto tutto cio` che negli altri paesi del mondo, da secoli, non riesce ad accadere. arrivando in kirghisia, ho avuto la sensazione di `tornare` in un paese nel quale in realta` non ero mai stato. forse perche` da sempre sognavo che esistesse. il mio strano `ritorno` in questo meraviglioso paese, e` accaduto dunque casualmente. per ragioni tecniche, l`aereo sul quale viaggiavo ha dovuto fare scalo due giorni nella capitale. in ogni settore, pubblico e privato, non si lavora piu` di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un`eventuale ora di straordinario. le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creativita`, all`amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili..." (prima lettera dalla kirghisia). regista e scrittore, silvano agosti narra in questo libro, a meta` tra reportage e testo utopico, il miracolo di una societa` a misura d`uomo.

nella messe di testi e corsi miranti a potenziare le abilita` strategiche nel marketing, nell`organizzazione, nella finanza aziendale, eccetera - i "fondamentali" del mestiere di manager sono troppo spesso trascurati. eppure e` li`, nel quotidiano, che si riconosce il manager capace. nel suo saper capire i collaboratori, nel gestire una riunione, nel prendere una decisione o nel diagnosticare le cause di un problema. e non sempre i problemi e le decisioni sono di portata strategica, anzi. quante volte avviene che ci si senta frustrati e impotenti, davanti a un fenomeno in apparenza marginale, ma che per quanto si cerchi di fronteggiarlo - sembra impermeabile a qualsiasi nostro tentativo? probabilmente non c`e` dirigente o quadro d`azienda che non si sia mai chiesto se, per caso, la propria efficacia non dipenda piu` dal proprio agire quotidiano, anziche` dai suoi grandi orientamenti strategici. "si fa presto a dire manager" vuole dare una risposta a un interrogativo che e` tanto diffuso, tra i manager stessi, quanto sottaciuto: come esser manager ogni giorno, tra telefonate, collaboratori che interrompono, problemi anche piccoli che vengono rovesciati sul tavolo del manager?

dopo la scomparsa del padre in libano, maalouf riceve a parigi una cassa colma di documenti di famiglia che risalgono ai bisnonni paterni. un`occasione per tornare con la memoria e con i dati a disposizione alla complessa storia delle generazioni che lo hanno preceduto. tra contadini radicati nella sapienza originaria della terra, predicatori fondamentalisti, patrioti in lotta contro l`impero ottomano, uomini e donne impegnati a sopravvivere ma anche a realizzare i loro desideri di emancipazione dai pregiudizi di una cultura rigidamente tradizionale, si compone una grandiosa saga familiare. una storia attraverso cui raccontare il conflitto di religioni, il confronto fra oriente e occidente, il dramma del fondamentalismo.

come accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita? e questo il nodo affrontato da "gli anni", romanzo autobiografico e al contempo cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi, nodo sciolto in un canto indissolubile attraverso la fusione della voce individuale con il coro della storia. annie ernaux convoca la liberazione, l`algeria, la maternita`, de gaulle, il `68, l`emancipazione femminile, mitterrand; e ancora l`avanzata della merce, le tentazioni del conformismo, l`avvento di internet, l`undici settembre, la riscoperta del desiderio. scandita dalla descrizione di fotografie e pranzi dei giorni di festa, questa "autobiografia impersonale" immerge anche la nostra esistenza nel flusso di un`inedita pratica della memoria che, spronata da una lingua tersa e affilatissima, riesce nel prodigio di "salvare" la storia di generazioni coniugando vita e morte nella luce abbagliante della bellezza del mondo.

l`"ossessione gozzaniana" si esprime in versi: cresciuta con le fiabe e le filastrocche del poeta e definitivamente conquistata in occasione di un evento al salone del libro, marina rota ha avvertito la necessita` di approfondire il rapporto tra guido gozzano e l`universo femminile, in particolare la tormentata liaison, una sublime "arte fatta di parole", tra il letterato e amalia guglielminetti. a partire dall`epistolario originale, l`autrice ha individuato i dodici nodi fondamentali - tradotti in altrettante poesie della loro storia, al fine di restituire ai lettori del presente la voce dei due protagonisti. un transfert prodigioso che fonde tradizione e innovazione, un viaggio delicato e sensuale nelle vite e nelle penne di guido e amalia.

com`era la vita quotidiana nella roma imperiale? quali volti si incontravano nelle vie o sulle gradinate del colosseo? quali atmosfere si respiravano nelle case, nei palazzi? alberto angela conduce il lettore nella folla delle strade, all`interno delle case o nel colosseo durante i combattimenti tra gladiatori. a descrizioni dettagliate di luoghi e stili di vita, si alternano infatti narrazioni in "presa diretta" quasi fosse una telecamera a proseguire il racconto, con il suo bagaglio di immagini, rumori, per scoprire e indagare tutte le curiosita` e i piccoli grandi dettagli della vita degli antichi romani.

nell`arco di pochi giorni karl ove knausg?rd decide di dare un taglio netto alla propria vita in norvegia e lascia il paese e la moglie tonje per trasferirsi a stoccolma. li` stringe profonda amicizia con un altro esiliato norvegese, un intellettuale appassionato di boxe di nome geir, e va dietro a linda, una bella poetessa che l`aveva incantato anni prima a un workshop per scrittori. "un uomo innamorato", il secondo volume di sei del ciclo "la mia battaglia", vede knausg?rd raccontare di relazioni tempestose, delle sfide della paternita` e dell`urgenza di scrivere. come ne "la morte del padre", noi leggiamo mentre la sua vita si svolge.

la prima poesia della nuova raccolta di strumia e` una precisa dichiarazione d`intenti: "flesso appena in un inchino / si congeda dai lampioni / anche l`ultimo passante. / e la` dove non siamo / la parola cede al sasso, / il luogo torna cio` che e`". l`intento di strumia e` proprio quello di raccontare quel sasso quando l`uomo non lo guarda piu`, quando le categorie umane per percepirlo si sono dissolte. e un paradosso, perche` ovviamente - kant insegna - la realta` che possiamo descrivere e` conformata alle nostre categorie di pensiero, ma alla poesia si chiede proprio, attraverso paradossi e metafore, di operare qualche miracolo, se no a che cosa serve? e dunque i versi di strumia si aggirano nelle varie sezioni come in uno scenario homeless (cartacce, gatti, panchine...). una vista rasoterra, piu` bassa di una testa umana, per immaginare una realta` diversa, forse piu` vera. strettamente intrecciato a questo percorso e incredibilmente non in contraddizione con esso, il libro e` anche un resoconto esistenziale e si conclude con la sezione tombini (che evoca tombe) in un dialogo con i propri morti e in diverse immagini di fine corsa. il tutto versificato in un ritmo incalzante, prevalentemente ottonario, spezzato ogni tanto da un improvviso cambio di metro, da una dissonanza, da un`aritmia, forse da una sincope, un`assenza temporanea, ed e` spesso li, proprio in questa pausa di coscienza, che si concentra lo scavo di strumia, il suo sguardo alternativo sul mondo.


"bahira`", un monaco siriano proclamato santo sugli altari della cristianita`, fu il primo tra i sapienti uomini di religione a riconoscere in maometto ancora bambino il sigillo della profezia. il venerando sacerdote identifico`, nel fanciullo arrivato con la carovana dei coreisciti, i segni annunciati dai sacri papiri sui quali esercitava la sua dottrina e devozione. da un remoto passato ai oggi, "caravanserai" racconta la gara tra il cardinal taddeo e lo starec pavel. il primo intende far cancellare dal calendario cristiano un santo che per primo riconobbe la sacralita` di maometto bambino; il sacerdote ortodosso, al contrario, vuole rilanciare il culto dell`antico monaco per avvicinare ortodossi e musulmani spegnendo cosi` gli odi e la rabbia della guerra religiosa in russia...

il sudtirolo, una terra di frontiera e un paradiso turistico in cui due popolazioni sono destinate a convivere. ma cos`altro sanno gli italiani di questa regione e della sua storia? quasi niente e, peggio, l`hanno sempre capita poco. sebastiano vassalli ripercorre in maniera lucida e tagliente gli snodi principali di un secolo ricco di contrasti, di "fandonie storiche", di follie politiche: dal 1919, quando il trattato di st. germain avanzo` sul crinale alpino il confine con l`austria, stabilendo che i sudtirolesi diventavano loro malgrado italiani... fino ai giorni nostri. in mezzo ci sono il fascismo, il nazismo, le bombe, i referendum e una stagione di tenebre in cui hanno perso la vita troppi uomini. il protagonista di questa lunga storia e` ormai vecchissimo, nato nel 1928, eppure continua ancora a muoversi indisturbato nel paesaggio scintillante di valli e citta`, a fare sentire la propria voce e a seminare zizzania. attraverso una proposta concreta, questo libro invita a chiudere i conti con la storia e a separare una volta per tutte il passato dal presente, per guardare avanti.

di nessun altro uomo vissuto prima di petrarca abbiamo una cosi` vasta messe di informazioni biografiche, diceva ernest h. wilkins. ma precisava che tali informazioni si fondano per lo piu` su lettere e altri scritti petrarcheschi. bisognera` allora chiedersi: che cosa sappiamo di lui con certezza? la verita` e` che ogni scrittore mira a diventare, per usare le parole di ortegay gasset, "romanziere di se stesso, originale o plagiario". e, come dimostra l`affascinante indagine di francisco rico, petrarca non sfugge alla regola: anzi, la incarna in sommo grado. il che significa non solo che l`autoritratto che egli va componendo nel tempo e` ispirato a exempla illustri, ma che nulla di quanto ci dice e` letterale e innocente. dietro ogni data, dietro la semplice menzione di un giorno della settimana (il venerdi`, ad esempio, giorno marcato per eccellenza), si cela una fitta rete di rispondenze, una raffinata simbologia e un audace disegno: trasformare i momenti vissuti o immaginati in frammenti di un racconto unitario capace di sottrarli alla corrosione del tempo. ma petrarca si spinge ancora piu` in la` nella costruzione di un`esistenza ideale: grazie a rico, lo vediamo infatti applicare la `dispositio` persino alla vita non scritta, modellarla come un testo, mettendo in atto cio` che non scrive - o, se vogliamo, facendo letteratura con le proprie azioni.

per oltre mezzo secolo, la scrittura di cesare garboli ha suscitato gioia ed energia - non solo intellettuale - nei suoi lettori. che parli di cinema o di letteratura, che affronti la pittura o il teatro, ogni suo incontro (con francis bacon o mario soldati, con chaplin o goya, con gianni brera o walter benjamin, o magari con l`ufficiale delle ss herbert kappler) produce l`impatto memorabile di una rivelazione. ma il dono del supremo esecutore di testi, "portato a vedere le cose piuttosto come un problema da risolvere che come un tema da svolgere", l`ammaliante intelligenza comunicativa coabitarono in garboli con una cruda severita` verso i propri scritti: pochi e come a contraggenio ne raccolse, centinaia ne lascio` dispersi. il giovane filologo che nel 1954, non ancora laureato, curava un`edizione di tutto dante in versi, e al quale dobbiamo la promozione di pascoli e molie`re a nostri contemporanei, e` autore di un`opera che ha dissimulato se` medesima nel segno di un apparente e talvolta compiaciuto spreco. e tempo, dunque, di rendere disponibile per tutti il luminoso rigore del lavoro svolto da questo scrittore antagonista sempre, anche del proprio talento.

nella sua serie "ricordi lontani", flore evoca l`adolescenza di marguerite duras in indocina. "flore con l`inquadratura delle sue fotografie, con quella materia bianca che ne fuoriesce - laggiu`, persino il sole e` bianco, tutto e` immerso in una sorta di foschia che sfuma i contorni - riesce non tanto a illustrare i testi di marguerite duras, ma piuttosto a seguirne i passi, non come una aficionada, semmai come una sorta di fantasma, di clone allucinatorio capace di risvegliare nel nostro intimo piu` profondo il perche` e il come le parole di marguerite duras, lette, rilette, ripetute, reiterate, riescano ancora a incantare il nostro immaginario, dandoci furiosamente voglia, a nostra volta, di compiere questo viaggio nel paese dei morti viventi. una presenza assenza".

matteo zevi e` sul volo di linea che da los angeles lo sta riportando in patria. e dovuto scappare molti anni prima, per debiti, abbandonando dall`oggi al domani i membri della sua famiglia. su di loro, adesso, il suo ritorno incombe come una calamita` persino peggiore di quelle seguite all`improvvisa fuga. durante l`assenza di matteo, infatti, ciascuno ha avuto modo di costruirsi un equilibrio apparentemente solido. giorgio primogenito settario, ambizioso e intraprendente ha aperto l`orient express, un locale panasiatico che va per la maggiore, ed e` in riluttante attesa di un figlio; martina, che alla partenza del padre aveva solo nove anni, sconta un precoce matrimonio borghese con turbamenti affettivi e sessuali a dir poco sconvenienti; solo federica, la seconda moglie che non ha mai smesso di attenderlo, sogna una nuova armonia familiare per la quale e` disposta a tutto, mentre matteo, attratto dalle suggestioni del patriarcato, ritrova vecchi amici e piaceri dimenticati in una roma deturpata e bellissima. sono tutti talmente presi da se stessi che quando la storia irrompe brutalmente nella loro vita li coglie vulnerabili e impreparati. ognuno e` chiamato a fare i conti con il passato e con le incognite di un mondo che appare sempre piu` sinistro e imponderabile. ecco allora che la storia finisce dove la storia incomincia.

la principessa bari e` una sciamana e appartiene al mito. nella leggenda coreana e` la settima figlia femmina che viene ripudiata dal re suo padre e gettata in un fiume: il nome bari significa, appunto, "abbandonata". ma, una volta adulta, sara` proprio la ragazza a salvare la famiglia i cui membri si sono ammalati di un morbo misterioso e, dopo un lungo viaggio, a trovare l`acqua della vita e a guarire i suoi famigliari. ma bari e` anche una giovane donna che fra la fine degli anni novanta e l`inizio del duemila, dalla corea del nord devastata dalla carestia dove i cadaveri scivolano nelle acque del fiume tuman e le strade sono piene di disperati alla ricerca di cibo, fugge prima in cina e poi a londra. anche lei come l`omonima principessa nasce in una famiglia di sole femmine, anche lei viene abbandonata dalla madre e salvata dalla nonna che la protegge e le da` il nome della leggendaria principessa. con la nonna instaura il legame affettivo piu importante e da lei eredita i poteri sciamanici, che l`aiuteranno ad affrontare il mondo. bari possiede infatti un dono: e` in grado di avere visioni del passato delle persone e di entrare in contatto con le anime dei morti. quando e` ormai adolescente, dopo la dispersione della sua famiglia e la morte di molti dei suoi membri, e` costretta a partire su una nave di clandestini alla volta dell`europa.

"lessico famigliare" e` il libro di natalia ginzburg che ha avuto maggiori e piu` duraturi riflessi nella critica e nei lettori. la chiave di questo romanzo e` delineata gia` nel titolo. famigliare, perche` racconta la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i levi, a torino tra gli anni trenta e i cinquanta del novecento. e lessico perche` le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. scrive la ginzburg: "noi siamo cinque fratelli. abitiamo in citta` diverse, alcuni di noi stanno all`estero: e non ci scriviamo spesso. quando c`incontriamo, possiamo essere, l`uno con l`altro, indifferenti, o distratti. ma basta, fra noi, una parola. basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. ci basta dire `non siamo venuti a bergamo per fare campagna` o `de cosa spussa l`acido cloridrico`, per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole".

in un`europa astratta come un luogo metafisico e concreta come un`allucinazione, un rapporto coniugale si va lentamente sfasciando. quando nasce una bambina, i rapporti tra marito e moglie sono azzerati. ma sorge in cambio un rapporto nuovo, che e` la sostanza di questo libro: quello tra il padre e la sua creatura. che sia una storia d`amore non c`e` dubbio. anzi una delle storie piu` intense che questi anni ci abbiano dato: un`analisi di sentimenti puri; una vicenda emozionante che colpisce il cuore e l`intelligenza.

meno di cento chilometri in linea d`aria separavano le colline del kent dalle fiandre, e i corni della caccia alla volpe avevano un suono sinistro, contro il rombo dei bombardamenti a tappeto intorno a ypres, o sulla somme. durante un attacco dell`artiglieria tedesca, il 20 luglio 1916, robert graves fu ferito cosi` gravemente da comparire, in un primo momento, sulla lista dei caduti con onore, beninteso che il "times" pubblicava ogni giorno. in realta` graves torno` su un treno ospedale alla stazione di wimbledon, e qualche tempo dopo si riprese dalle ferite, per quanto atroci: ma la notte sentiva esplodere granate intorno al letto, scambiava i passanti per amici perduti al fronte, e se sentiva partire una macchina, o sbattere una porta, si gettava a terra. e cosi`, a poco a poco, quei cento chilometri scarsi fra il te` del pomeriggio e i cadaveri lasciati a decomporsi nella terra di nessuno diventarono, per graves come per gli altri scampati al massacro, un abisso capace di inghiottire per sempre, in un orrore senza nome, il mondo di ieri. che nel 1929, prima di lasciare un`inghilterra in cui non avrebbe potuto piu` vivere, graves ricostrui` per un`ultima volta in questo libro il piu` nitido, struggente e indimenticabile atto di commiato che le trincee d`europa abbiano costretto un poeta a scrivere. con una nota di ottavio fatica.

"uomo demoniaco e brillantissimo" diceva il necrologio di terence hanbury white, noto come tim agli amici e come t.h. al resto del mondo. erudito e letterato finissimo, inveterato misantropo, nonche` calligrafo, artigiano squisito e naturalista affascinato dal ferino, nel 1937 resto` avvinto da un trattato secentesco di falconeria e ordino` dalla germania un astore, il piu` coriaceo fra i rapaci, per dedicarsi, ignaro, al suo addestramento. questo libro e` la cronaca di quell`impresa temeraria: non un manuale, ma il racconto di un`esperienza profonda e lacerante, il tentativo di sottomettere all`uomo "una persona che non era un umano". il novizio non sapeva di avere a che fare con "un assassino" dai folli occhi di "un forsennato arciduca bavarese": eppure fra white, lo schiavo, e il suo tiranno, "l`orribile rospo aericolo" che per sei settimane lo impegnera` in un duello quotidiano, corre un vero "rapporto d`amore" perche` il primo falco tocca sempre il falconiere nel profondo, e la sua perdita gli causa "uno smottamento del cuore" che lascia senza respiro.

"anziche` lo scrittore," ha detto una volta roberto bola?o "mi sarebbe piaciuto fare il detective privato. sicuramente sarei gia` morto. sarei morto in messico, a trenta, trentadue anni, sparato per strada, e sarebbe stata una morte simpatica e una vita simpatica". simpatica, eppure segnata gia` dalla sconfitta e dalla follia, dissipata e bohe`mienne, esaltante e allucinata, dopata di sesso, poesia, marijuana e mezcal, e` sicuramente la vita dei protagonisti di questo libro, che enrique vila-matas ha descritto come "il viaggio infinito di uomini che furono giovani e disperati, ma non si annoiarono mai". "i detective selvaggi" e` infatti il romanzo delle loro avventure, ed e` quindi un romanzo di formazione; ma e` anche un romanzo giallo nonche`, come tutti quelli di bola?o, un romanzo sul rapporto tra la finzione e la realta`. un libro, ha scritto un critico messicano, "simile a uno stadio dove la gente entra ed esce in continuazione", e dove, come avviene in 2666, si incrociano e si aggrovigliano, spesso contraddicendosi, le "versioni" di un`infinita` di personaggi (tutta gente che "on the wild side" non si e` limitata a farci un giro): poetesse scomparse nel deserto del sonora e puttane in fuga, ex scrittori di avanguardia e magnaccia imbufaliti, architetti vaneggianti e poliziotti corrotti, cameriere libidinose e poeti bisessuali, e poi avvocati, editori, neonazisti e alcolizzati...

"l`odissea" e` l`opera che piu` ha influito sulla psicologia e sulla letteratura europee: senza il racconto omerico cervantes, defoe, stevenson, kafka, joyce non avrebbero scritto i loro capolavori. e il poema epico al quale l`occidente ha affidato il senso piu` profondo della ricerca, del viaggio, della fantasia, del sogno, della lucidita`, dell`ironia, della maschera, dell`infinita capacita` di metamorfosi: esso riveste una posizione preminente e un`importanza senza eguali nella formazione dell`identita` occidentale. il testo di omero viene qui presentato nella traduzione di g. aurelio privitera, estremamente fedele alla lettera, al tono, alla lentezza e alle improvvise concentrazioni dello stile di omero. introduzione di alfred heubeck. indici a cura di donato loscalzo.

okonkwo e` un guerriero, un lottatore, un uomo ambizioso e rispettato che sogna di divenire leader indiscusso del suo clan. dal suo villaggio ibo, in nigeria, la fama di okonkwo si e` diffusa come un incendio in tutto il continente. ma okonkwo ha anche un carattere fiero, ostinato: non vuole essere come suo padre, molle e sentimentale, lui e` deciso a non mostrare mai alcuna debolezza, alcuna emozione, se non attraverso l`uso della forza. quando la sua comunita` e` costretta a fronteggiare l`irruzione degli europei, l`ordine delle cose in cui okonkwo e` nato e cresciuto comincia a crollare, e la sua reazione sara` solo il principio di una parabola che lo portera` nella polvere: da guerriero temuto e venerato, a eroe sconfitto, oltraggiato.

secondo la definizione di salvatore battaglia nel "grande dizionario della lingua italiana", l`istantanea e` eseguita con un tempo di esposizione molto breve senza l`impiego di un sostegno. claudio magris compone un florilegio di istantanee, raccolte in ordine cronologico, dal 1999 al 2016. in esse magris ritaglia piccoli e grandi aspetti della vita quotidiana, della vita politica, della nostra intimita`. stigmatizza false credenze, modi di dire, comportamenti che nascondono abissi di incomprensione e superficialita`; sottolinea piccoli gesti, nascosti, che rivelano l`ampiezza dell`animo umano. pesca dalla storia e dalla letteratura situazioni sorprendenti, capaci di illuminare il presente confuso in cui viviamo. ne emerge una piccola commedia umana, un affresco unitario delle nostre vite nevrotiche, il cui telaio e` lo spirito caustico, ironico, sempre pieno di pietas dell`autore, autentico moralista (nel senso alto del termine) dei nostri tempi. che non ci dice mai come dobbiamo essere o vivere, ma ci invita a guardarci con rigore e tenerezza. e alla fine di questo viaggio ci saluta con un invito: "solo quando puoi nuovamente ridere, dice una scritta letta piu` di trent`anni fa sulla porta del duomo di linz, hai veramente perdonato".

will freeman e` un londinese trentaseienne, ma con molte caratteristiche e interessi da "ragazzo", il quale vive di una rendita lasciatagli dal padre. frequenta riunioni di genitori single allo scopo di conoscere giovani mamme sole e piacenti; l`ideale e` se e` separata, meglio se abbandonata, con figli e con molti altri problemi, cioe`: ognuno a casa sua e zero complicazioni. al varco lo aspettano due belle sorprese: 1. fiona, troppo hippy, troppo vegetariana, troppo fissata con bob marley, e soprattutto 2. il figlio di fiona, marcus, 12 anni, che non sa nulla di calcio, ai nirvana preferisce j. mitchell e ha un disperato bisogno di qualcuno che gli dia le istruzioni per l`uso del mondo...

questo itinerario inconsueto tra i paesaggi ai margini del nostro paese intende volutamente "far girare la testa". forza il quadro ormai desueto della cartografia politica per ri-raccontare i luoghi. fa affiorare territori nascosti. riporta in vita voci, visioni e suoni di chi quei paesaggi ha disegnato nel tempo. ma come dare un futuro al paesaggio fragile, la montagna povera e gli interni (in italia piu` della meta` del territorio)? in via preliminare con una rivoluzione dello sguardo che - forte delle parole degli scrittori e delle immagini dei pittori - ripari la memoria tradita di quei luoghi: lungo le valli frontaliere delle alpi marittime, le antiche vie del sale appenniniche e il paesaggio delle case in terra cruda dall`adriatico al tirreno. e un racconto alla rovescia quello che emerge dalle testimonianze dei mulattieri, dei mercanti di capelli, dei suonatori ambulanti. dove il loro perdersi e poi ritrovarsi nella memoria - che e` contaminazione tra passato e progetti di futuro - ci svela direzioni di senso.


stagione dopo stagione, l`autrice ci guida alla scoperta delle tradizioni del territorio varesino. alla vita delle donne e degli uomini partecipano gli animali e le piante, parti integranti ed essenziali delle abitudini, mestieri e costumi della civilta` contadina. aneddoti, storie, leggende, i giorni, i mesi ... l`anno scorre veloce accompagnato dalle poesie e dalle canzoni in lingua bosina composte da diana. l`amore per la propria terra diventa cultura del cuore, svelando le radici piu` profonde dell`identita` prealpina nata tra boschi, laghi e colline.

"clorinda ed io ci siamo conosciuti in un modo speciale, totale, siamo stati e ritengo siamo ancora cosi` dentro la mente e il cuore l`uno dell`altra che, ti sembrera` strano, ma potremmo anche non incontrarci mai piu` ed essere nel contempo presenti nell`altrui vita". al ricordo di queste parole, la trentenne magda, che sta affrontando un periodo della vita difficile e pieno di dubbi, decide di dare una svolta alla propria vita: lascia le sue certezze per avventurarsi alla scoperta di cio` che anni prima aveva segnato profondamente la vita di bruno, suo padre. si intrecciano cosi` le storie di due donne, specchio di generazioni lontane, che hanno in comune un uomo, punto cardine nelle vite di entrambe.

federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. la scuola e` finita, l`estate gli si apre davanti come la sua citta` abbagliante e misteriosa, palermo. mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a oxford, federico incontra "3p", il prof di religione: lo chiamano cosi` perche` il suo nome e` padre pino puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3p lancia al ragazzo l`invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. quando federico attraversa il passaggio a livello che separa brancaccio dal resto della citta`, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita. la sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realta` totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. e l`intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il cacciatore, `u turco, madre natura, per i quali il solo comandamento da rispettare e` quello dettato da cosa nostra. ma sono anche le strade abitate da francesco, maria, dario, serena, toto` e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa... con l`emozione del testimone e la potenza dello scrittore, alessandro d`avenia narra una lunga estate in cui tutto sembra immobile eppure tutto si sta trasformando, e rida` vita a un uomo straordinario, che in queste pagine dialoga insieme a noi con la sua voce pacata e mai arresa, con quel sorriso che non si spense nemmeno di fronte al suo assassino.


versione dsa. eta` di lettura: da 12 anni.

come tutte le grandi storie, "un canto di natale" ci accompagna da sempre, e sempre sa ritrovare le parole per parlarci: una fiaba da raccontare ai bambini e da rileggere da grandi, una storia di paura, di morte ma anche di solidarieta` umana, di fantasmi grotteschi che si sfumano e si frammentano nel sogno e nell`incubo privato, un grande ritratto di solitudine e di vecchiaia e di una citta` degradata, e soprattutto un magico regalo di natale che trasforma il gelo e il buio dell`egoismo e dell`avarizia nel calore di un sorriso e di una festa per tutti. riprendendo fra le mani "un canto di natale" ritroviamo figurine dimenticate, scopriamo luci e colori nuovi, mentre altri inspiegabilmente li abbiamo persi. ritornano alla memoria, alla rinfusa, il batacchio della porta con il volto di marley, il tacchino fumante, il carro da morto sulla scala gelida, e perfino lo zio paperone di disney, uncle scrooge, diretto discendente dello scrooge di dickens. ma se nessuno puo` toglierci il piacere di questi frammenti di ricordi, e` pur vero che le forme in cui un testo si sedimenta nella memoria ci allontanano dalla sua specificita`, dal senso di una origine e di una appartenenza. questa "edizione speciale" di "un canto di natale" vuole aiutarci a ritrovare in noi il senso di tale appartenenza. "speciale" e` la presenza del testo originale inglese, che ci restituisce il dono impagabile di una scrittura che tocca i registri piu` svariati del grottesco e del comico, del tragico e del sentimentale.