"la storia della riscoperta dei manoscritti di vivaldi e` davvero andata cosi`. diversamente dalla frase che i romanzieri pongono di solito alla fine del loro lavoro, io devo invece assicurare che i fatti narrati sono realmente accaduti, e solo in pochi casi ho dovuto inventare. la concatenazione degli eventi, per quanto bizzarra possa sembrare, e` dovuta alla storia". se conosciamo vivaldi quanto lo conosciamo oggi, oltre le "quattro stagioni", cio` e` dovuto alle peripezie dimenticate - assurde, incredibili, comiche, cariche a volte di suspense, intricate come uno spettacolo drammatico e farsesco - che questo romanzo storico rivela. il prete rosso, passato di moda dopo una vita di successi, mori` in miseria e indebitato fino al collo. i manoscritti con la sua musica inedita, raccolta in centinaia di partiture autografe, passarono di mano in mano fra bibliofili e lasciti ereditari, scomparendo per quasi due secoli. riemersero, seguendo vie accidentate e occulte, grazie al congiungersi dell`avidita` di un vescovo salesiano e l`intelligente intuito di due studiosi appassionati, gentili e torri, musicologo dell`universita` di torino il primo, e direttore della biblioteca nazionale della citta` il secondo. ma da questo momento in poi gli autografi del musicista veneziano dovettero passare nuove disavventure. causa stavolta l`indifferenza dello stato, l`odiosa idiozia antisemita del regime fascista, l`opportunismo e l`ingratitudine dei nuovi padroni dell`italia. |