era il 1948 e la televisione aveva appena iniziato ad `emettere` i suoi primi vagiti negli usa e in u.k., quando alexander astruc pubblicava su l`ecran francais il suo piu` celebre articolo in cui rivendicava al regista il diritto di utilizzare la cinepresa in modo personale, cosi` come un romanziere usa la penna, per realizzare in immagini e suoni una propria visione del mondo. oggi possiamo leggere la sua invocazione di una "camera stylo" non piu` solo come un`indicazione/prescrizione per il perseguimento di un`estetica, ma come una vera e propria profezia. questo testo - unendo competenze analitico-spettatoriale e storica (provenzano) organizzativo-manageriale (micciche`) e tecnico-produttive-emissive "low budget" (mosna) - si indirizza a chi - avendo gia` basi elementari di linguaggio cinematografico - voglia apprendere i primi rudimenti della produzione televisiva di taglio giornalistico e multicamera cercando di illustrare sia il "come lo vedo", che il "chi lo fa", che il "come lo si fa" della televisione nell`era della "convergenza multimediale" |