
Quarto album del cantautore britannico di origini ugandesi che conferma la buona vena che spazia tra varie influenze a partire dal cantautorato nero americano (Marvin Gaye e Terry Callier) al rock inglese (Beatles e Rolling Stones) fino alle più sognanti sonorità pinkfloydiane. Un disco bello, ispirato, sofisticato ma senza sofisticazioni.

Debutto molto atteso per un soul singer inglese a cui la stampa d'oltre manica ha dedicato fiumi d'inchiostro. Bella voce, elegante, Kiwanuka riprende il Philadelphia Sound, ma anche lo stile di Bill Withers o Marvin Gaye. Tra brani stringati e semplici ed altri più arrangiati, Kinwanuka propone comunque un disco molto interessante ( sempre che via piaccia il soul ).