dalla sua scomparsa nel 1968, l`influenza di marcel duchamp, "l`uomo piu` intelligente del xx secolo" nelle parole di andre` breton, non ha smesso di imporsi nel paesaggio dell`arte contemporanea. dal futurismo al cubismo, dal dadaismo al surrealismo, la sua arte si intreccia alle grandi avventure estetiche del novecento senza mai ridursi a nessuna di esse. se picasso insiste nel propugnare la figura dell`artista demiurgo, duchamp, grazie all`invenzione del readymade, incarna invece il modello dell`artista contemporaneo ed e` riconosciuto a partire dagli anni sessanta come fonte incontestabile di ispirazione da parte delle giovani generazioni di artisti. molto e` stato scritto sulla sua opera, ma assai di meno sulla sua vita. una vita che duchamp costruisce al di fuori delle categorie correnti, non gia` come artista o anarchico ma, per riprendere un suo neologismo, come "anartista". eleganza distaccata, liberta` di indifferenza, compenetrazione dei contrari cui si aggiungono una costante rivendicazione della pigrizia e un disprezzo fisiologico per il denaro - diventano in lui gli strumenti originali di un modo inedito di porsi di fronte al mondo e alle cose. "preferisco vivere, respirare piuttosto che lavorare." duchamp si e` pronunciato spesso sulla propria vita con caustiche dichiarazioni che nel loro insieme delineano una personale economia di vita (ridurre i bisogni per essere davvero liberi) e una vera e propria arte di vivere. |