"tempo della storia, tempo della poesia: comunque si configuri oggi il loro instabile rapporto, tendano essi oggi a intrecciarsi oppure a distanziarsi, a respingersi l`un l`altro, una cosa, per quanto qui ci interessa, mi sembra indubitabile, ossia che questo libro non solo ci consente, ma silenziosamente ci sollecita a coniugarli, a riviverli insieme; e questa e`, credo, la prova piu` convincente, anzi l`unica veramente possibile che l`esperienza in esso depositata possiede, in aggiunta a una cospicua attendibilita` espressiva, un`altrettanto cospicua e, in un certo senso, ancora piu` insolita consapevolezza etica. come sempre dovrebbe accadere e come accade, in realta`, una volta su cento, una volta su mille (sono percentuali simboliche, non sto facendo, dio me ne guardi! della statistica letteraria), il lavoro di finzi si e` svolto - o, se si preferisce, e` avvenuto - pariteticamente e forse parallelamente nei due tempi, quello della poesia e quello della storia." (dalla presentazione di giovanni raboni) |