"non e` un libro su paola. quel libro deve essere ancora scritto. ho cominciato a scrivere perche` non volevo rimanere senza voce davanti al vuoto provocato dal male.parlare di situazioni traumatiche e` difficile perche` emotivamente doloroso: si fa di tutto per distogliere lo sguardo. il trauma abita un non luogo, creargli uno spazio dove fare l`esperienza dell`incontro con l`atrocita`, e` un`operazione indispensabile, per mettere un confine fra i vivi e i morti.nel mio lavoro psicoterapeutico mi ero avvicinato a vicende umane dove il dolore che affliggeva gli altri era qualcosa che poteva accadere anche a me.avevo ingaggiato tanti corpo a corpo con romanzi di stampo biografico che raccontavano storie di perdita e di dolore. ma quando ti accade qualcosa di assurdo si guarda la vita con meno illusioni e con piu` gratitudine.ho scoperto che il tempo del lutto non e` fatto solo di vuoto, di mancanza, di desolazione, di nostalgia del futuro, ma anche di tutto quello che l`amore vissuto puo` continuare a generare nel presente attraverso il rapporto con gli altri, con la bellezza di altri racconti.la mia visione delle cose e` cambiata, non posso piu` prescindere da quello che e` accaduto.qualcuno diceva che paola non voleva passare su questa vita come un vestito vuoto. questo libro e` un pezzo del suo vestito" |