il culto delle antiche letterature germaniche non solo ha illuminato la vecchiaia di borges, il suo "occaso", com`egli stesso dichiara nel 1976, ma e` circolato capillarmente in tutta la sua opera, nutrendo la riflessione sulla poesia e sul suo destino. nessuno come borges avrebbe dunque potuto accompagnarci con tanta sapienza e leggerezza lungo il vertiginoso percorso che da ulfila, temerario traduttore della bibbia in visigoto, e dal "beowulf" conduce ai "nibelunghi", ai rapidi ed energici poeti dell`edda, alle minuziose e realistiche saghe islandesi, alle kenningar dei poeti scaldi, sino all`"ingegnosamente ingenuo" "heimskringla" di snorri sturluson, la coscienza del nord, il quale organizzo` i vecchi miti dispersi "con affetto e ironia". e anche in questo libro, che e` una storia letteraria e insieme un`affabile antologia e un fascinoso racconto, borges non cela l`epicentro della sua passione: gli islandesi, che invano scoprirono l`america e l`arte del romanzo - destino singolare, e in tutto simile ai sogni. |