"il nostro non e` un punto di vista che offra una soluzione della crisi: e` il punto di vista della crisi, dove le energie creative devono trapassare dal negativo al positivo. se trapassano, bene, se non trapassano che resta a dire? e questo l`unico grande tentativo che puo` esser fatto. in questo punto di vista che noi assumiamo generalmente, ciascuno puo` e deve sentire il problema della sua vita e far si` che si destino in lui le forze per tradurlo in concreta vivente personalita`. l`umanita`, si dice, ha sempre vissuto e sempre vivra`: si dice, ma sono parole buttate al vento: che cosa possa significare lo stesso progresso, quando manchi coscienza dei suoi profondi problemi, si vede: per cio` ora e` giunto il momento di ficcar gli occhi nel segreto fecondo del negativo, della problematica, approfittando della situazione contemporanea. non e` una coscienza del negativo da cui noi vogliamo ricavare un`astratta saggezza, ma energia, coscienza, responsabilita`, chiarezza. se si pensano gli smarrimenti assurdi, i feticismi ciechi e ridicoli, le adorazioni insensate, i falsi problemi senza uscita, i gretti ritorni sul passato, gli inceppi che alla vita dell`uomo si pongono, i falsi valori soprattutto, si capisce che cosa vuol dire affrontare la "crisi" per cogliere la problematica profonda dell`umanita`, cosi` che essa divenga la sua vita e la sua liberta` in atto." prefazione di carlo bo. postfazione di fabio minazzi e fulvio papi. |