venti anni di processi di precarizzazione del lavoro hanno raggiunto oggi l`apice con l`approvazione del jobs act del governo renzi. in concomitanza con l`inizio di questo processo, gilles deleuze aveva detto che di fronte alle societa` di controllo, di cui questa europa rappresenta il compimento, "non si tratta di piangere, ne` di sperare, bisogna solo trovare nuove armi". e quello che san precario ha tentato di fare, dalle folgoranti rappresentazioni della soggettivita` precaria della mayday, la parade del precariato europeo, alle piccole e grandi lotte sul territorio. le nostre armi si costruiscono e si affilano con la parola dei precari e precarie, l`unica che puo` aiutarci a vivere - che non e` sopravvivere - nella giungla del lavoro contemporaneo. e cosi` che la rivista "i quaderni di san precario" ha inaugurato una piccola enciclopedia precaria, di cui questo libro raccoglie i lemmi (da bioeconomia a trappola della precarieta`) e invita a scriverne di nuovi. insieme a una serie di analisi scelte, i testi qui presentati sono un condensato del punto di vista precario, che si propone di setacciare e utilizzare tutti gli strumenti, giuridici, teorici e conflittuali che conferiscano un posizionamento critico nei confronti dell`economia politica dominante, del mercato del lavoro e dell`espropriazione di tutto cio` che e` (in) comune, dal sapere all`ambiente, dagli affetti alla creativita`, dalla rete all`intelligenza. |