
Dark Enough To See The Stars, il nuovo lavoro di Mary Gauthier, celebra sopratuttutto una serenità personale ritrovata, malgrado inizialmente pianga la morte di alcuni dei suoi amici più intimi, per celebrare poi, al tempo stesso, anche la gioia di un nuovo amore. Nella canzone che dà il titolo al disco, scritta assieme a Beth Nielsen Chapman, la cantautrice di New Orleans riflette su come i tempi bui e la perdita di persone care possano indurci a capire le cose davvero importanti della vita, mentre How Could You Be Gone e Til I See You Again sono il suo toccante commiato alla scomparsa di musicisti quali John Prine, Nancy Griffith e David Olney. About Time Altre canzoni, About Time, eccellente composizione, la profonda Thank God For You, la sognante Amsterdam e l'iniziale Fall Apart World, ispirata alle sonorità di The Band, sono altri punti fermi di un disco che conferma quanto la Gauthier sia in grando di scrivere grande musica e canzoni con la maiuscola, come pochi altri suoi contemporanei. Copia non sigillata.

Dopo il bellissimo ma tragico The Foundling, la ricerca della madre, Mary Gauthier si rilassa e fa un disco più morbido. Ballate folk, un paio di canzoni quasi country, una serie di composizioni più serene e molto musicali. Trouble & Love, come racconta il titolo, sta giusto a metà tra passato e presente, tra l'angoscia e l'amore, la tragedia ed il sereno. E le canzoni risentono di questa positività. Duane Eddy, Darrell Scott, Ashley Cleveland e Beth Nielsen-Chapman sono alcuni tra gli ospiti. Ora disponibile a prezzo italiano.

Il nuovo album della cantautrice sudista, è dal vivo. E, togliendo The Foundling Alone ( autogestito), questo è il primo Live ufficiale di Mary. Registrato in un piccolo locale in Texas, con l'accompagnamento scarno ma efficace di violino (Tania Elizabeth ) e percussioni ( Mike Meadows ), Live at Blue Rock conferma il valore e la forza dei questa donna, cantautrice intensa, sofferente e profonda. Mary, alle prese con i suoi classici, ci sono anche tre canzoni di Fred Eaglesmith, conferma di essere una delle migliori. Poesia, carattere, forza interiore e una manciata di canzoni che sono in grado di dare la scossa a chiunque.

La cantautrice della Louisiana si sposta in Canada e va a farsi produrre dai Cowboy Junkies. Tra la band di Toronto e Madame Gauthier si crea una particolare alchimia. Maestra nel descrivere il dolore, Mary narra la sua vicenda di bambina abbandonata, quindi affidata, e della sua lunga ricerca della vera madre. Un soggetto triste, accorato, intenso e profondo che dà luogo ad un disco altrettanto bello, pervaso di amarezza, ma impreziosito da una serie di canzoni splendide a cui Michael Timmins ha donato suoni perfetti.Per impegno, costruzione melodica, struttura musicale, questo è certamente il disco più bello della Gauthier. Riedizione 2024.